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Coldiretti: con cancellazione voucher meno opportunita’ di lavoro nei campi per i giovani. Serve nuovo strumento ad hoc

Articolo pubblicato il 23 Marzo 2017, Scritto da COLDIRETTI

Tempo di lettura: 2 minuti


Da Responsabile Stampa Coldiretti Ferrara

50mila giovani rischiano di perdere l’opportunità di integrare il proprio reddito con le attività occasionali e stagionali in agricoltura. Per Coldiretti occorre uno strumento specifico per il settore che tenga conto delle particolarità del lavoro agricolo.

Con la cancellazione deivoucher perdono opportunità di lavoro nei campi per integrare il proprio reddito 50mila giovani studenti, pensionati e cassa integrati impiegati esclusivamente in attività stagionali che in agricoltura ne sono gli unici possibili beneficiari.

E’ quanto afferma la Coldiretti che, nel commentare la cancellazione totale dei buoni lavoro da parte del Consiglio dei Ministri, sottolinea il rischio di favorire il sommerso. In agricoltura sono stati venduti nell’ultimo anno circa 2 milioni di voucher, più o meno gli stessi di 5 anni fa, per un totale di 350mila giornate di lavoro che hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne, senza gli abusi che si sono verificati in altri settori dove sono aumentati esponenzialmente.

I buoni lavoro sono stati introdotti inizialmente proprio in agricoltura per la vendemmia nel 2008 e da allora hanno consentito nel tempo di coniugare gli interessi dell’impresa agricola per il basso livello di burocrazia con quelli di pensionati, studenti e disoccupati.

Occorre pertanto individuare immediatamente uno strumento ad hoc che sostituisca i voucher e che tenga conto delle specifiche caratteristiche di stagionalità dell’agricoltura come avviene in tutti Paesi dell’Unione Europea. L’agricoltura nell’attività di preparazione dei terreni, di semine e trapianto di raccolta di ortaggi, frutta e uva, è condizionata dagli andamenti climatici sempre più imprevedibili ed ha bisogno di strumenti che tengano conto di queste caratteristiche.

Si perde uno strumento che – conclude la Coldiretti- ha consentito di rispondere alla domanda di lavoro di giovani studenti e pensionati in cerca di un reddito occasionale da percepire in forma corretta.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
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PAESE REALE
di Piermaria Romani