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da: ufficio stampa Coldiretti

Coldiretti Ferrara esprime sconcerto per le polemiche sorte riguardo il piano di catture in una piccola parte dei canali della nostra provincia, tese a ridurre la pressione dei “siluri” nei confronti delle altre specie autoctone. L’intervento è necessario ed è auspicabile sia confermato e rafforzato per ridare modo alle popolazioni ittiche di ripopolare i nostri canali.

Stupisce e sconcerta quanto letto in questi giorni, su più versanti in merito al piano della Provincia di Ferrara per il recupero della biodiversità nei canali ferraresi.

Lo evidenzia Coldiretti Ferrara, nel dare il più ampio appoggio all’iniziativa dell’amministrazione provinciale tesa a liberare, sia pure per una piccola porzione del totale, i nostri canali dalla presenza esuberante del siluro europeo (Silurus glanis), specie alloctona invasiva, importata a scopo pesca ricreativa sportiva un paio di decenni fa, e capace di uscire dall’ambito dei laghetti di pesca per colonizzare l’ambiente acquatico ferrarese, sino a diventarne il dominatore a spese di altre specie tipiche del nostro territorio, che si sono ridotte drasticamente o addirittura si sono estinte nelle nostre acque.

Condividiamo in pieno l’iniziativa della provincia – continua Coldiretti – che anzi è forse tardiva, ma crediamo vada sicuramente sostenuta a beneficio proprio della biodiversità minacciata dalla presenza massiccia di questa specie. Il fatto poi che l’attività sia stata affidata a pescatori professionisti, che devono comunicare anticipatamente agli organi di controllo i siti in cui effettueranno le operazioni di cattura selettiva, contabilizzando su appositi registri origine e destinazione del pescato, e che sono stati formati e responsabilizzati nell’utilizzo degli strumenti da pesca idonei, sotto sorveglianza anche sanitaria, pare essere coerente con la necessaria trasparenza riguardo chi opera per la cosa pubblica, contribuendo peraltro a scoraggiare i fenomeni di bracconaggio indiscriminato che periodicamente si manifestano in diversi corsi d’acqua e che, questi si, devono essere repressi sia per i danni alla fauna ittica, sia per i rischi sanitari nel commercio di frodo di quanto indebitamente pescato.

Non vorremmo – conclude Coldiretti – che si perdesse di vista l’interesse generale ed ambientale cui tende il piano sperimentale, ritenendo che vadano salvaguardati gli interessi di tutte le categorie nel limite del possibile e con un ritorno positivo anche per chi non è pescatore di professione che dovrebbe trovare nella maggior variabilità delle speci anche maggior soddisfazione nell’attività ludica e sportiva.

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