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da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara

Solo qualche settimana fa l’allarme era per un inverno siccitoso e troppo caldo. Il mese di febbraio si è confermato caldo ma è piovuto cinque volte più della norma. Su richiesta di Coldiretti la regione ha concesso periodo di riferimento più lungo per calcolare le perdite per dilavamento dell’azoto a causa delle piogge nel bilancio delle concimazioni ammesse.

Nel mese di febbraio 2016 in Emilia Romagna è piovuto cinque volte più delle attese, mettendo a rischio il sistema dell’agricoltura sostenibile diffusa in regione che riduce l’impiego di prodotti fitofarmaci, garantendo la qualità organolettica delle produzioni e tutelando l’ambiente e i consumatori. Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna sulla base del bollettino agro-climatico dell’Agenzia regionale per l’ambiente, esprimendo apprezzamento per la decisione della Regione Emilia Romagna di accogliere la richiesta di Coldiretti di prolungare dal 31 gennaio al 29 febbraio il periodo di riferimento previsto nei disciplinari di lotta integrata per calcolare la perdita di azoto nei terreni causata dalle piogge.
La deroga era stata richiesta da Coldiretti regionale a causa della prolungata siccità invernale e del notevole aumento delle piogge nel mese di febbraio. Le 6.500 aziende agricole che coltivano i quasi centomila ettari di terreno con sistemi di lotta integrata a basso impatto ambientale – spiega Coldiretti regionale – devono prendere a riferimento la quantità di pioggia che cade sul territorio dall’1 ottobre al 31 gennaio di ogni anno per calcolare le perdite dell’azoto sottratto al terreno dall’acqua piovana e stabilire, quindi, la quantità di azoto da reimmettere nei campi. Un inverno siccitoso come quest’anno – sottolinea Coldiretti – in base ai parametri stabiliti dalla legge, avrebbe comportato un calcolo basso di asportazione dell’azoto dai campi. La pioggia eccessiva soprattutto dell’ultima decade di febbraio ha invece impoverito i terreni oltre ogni attesa. Da qui l’esigenza di ripristinare l’azoto necessario per una produzione adeguata sui terreni condotti con metodi integrati. La decisione della Regione – conclude Coldiretti – salvaguarda in questo modo uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura emiliano romagnola.

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