Codigoro: un prete coraggio e la Polizia Postale alleati nel contrasto alla pedopornografia e al cyberbullismo
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Da: Ufficio Stampa Comune di Codigoro
“L’abuso è una nuova forma di schiavitù. Spero che voi possiate difendere i più piccoli e i vostri compagni. Da voi partirà una rivoluzione culturale. Non possiamo permettere che qualcuno sfrutti la vostra innocenza. Vi invito ad alzare il capo e non permettete nessuna forma di violenza, neppure fra voi.”Con queste parole, Don Fortunato Di Noto, parroco siciliano, conosciuto a livello internazionale per lo strenuo impegno che conduce dal 1989 nella lotta alla pedopornografia, collaborando con la Polizia Postale e con le altre Forze di Polizia, nel contrasto alle organizzazioni pedocriminali, questa mattina ha fatto breccia nel cuore di tutti i ragazzi, che hanno assistito, al teatro “Arena”, al primo degli incontri sulla legalità, promossi dall’Amministrazione Comunale.
In una sala gremita di studenti del polo superiore Guido monaco di Pomposa, accompagnati dai loro insegnanti, il Sindaco Sabina Alice Zanardi, prima dell’avvio dell’incontro, moderato dal Direttore de La Nuova Ferrara, Luca Traini, ha rivolto agli ospiti, alle Autorità militari e alla folta platea il saluto dell’Amministrazione Comunale. “E’ un onore poter ospitare un relatore così autorevole, quale è Don Fortunato Di Noto – ha sottolineato il Sindaco- un vero esempio di lotta contro gli abusi sui minori, riconosciuto a livello mondiale. Don Fortunato rischia ogni giorno la vita per il bene dei nostri ragazzi. Il contrasto di abusi e violenze sui minori è diventato per lui una vera missione di vita.”
Dopo aver ringraziato per la loro partecipazione anche la Commissaria capo del Compartimento della Polizia Postale delle Comunicazioni dell’Emilia Romagna, Dott.ssa Emanuela Glielmo e la Vice Ispettrice Marilena Campioni, il Sindaco ha ceduto la parola al Direttore de La Nuova Ferrara, Traini. In mezzo al pubblico anche Donata Bergamini, sorella di Denis, il calciatore del Cosenza, intorno alla morte del quale la Procura di Castrovillari, a distanza di 30 anni, ha riaperto le indagini.
L’intervento della Dott.ssa Glielmo, dopo una digressione sull’evoluzione delle competenze informatiche della Polizia Postale, al passo con l’evoluzione tecnologica degli ultimi decenni, è stato incentrato sulle implicazioni che possono derivare da comportamenti scorretti in rete. “In passato le vittime di bullismo si sentivano sicure tra le pareti domestiche e per loro al massimo si prospettava un cambio di scuola per risolvere i problemi – ha dichiarato Emanuela Glielmo -; oggi non è più così, perchè con le piattaforme social, la vittima di cyberbullismo viene molestata con atti di prepotenza ovunque, sui social network e in rete.”
Toccante l’esposizione del caso di Carolina Picchio, la 14enne che si è tolta la vita dopo che un filmato con abusi sessuali perpetrati a suo danno da amici, durante una festa di compleanno, mentre si trovava in stato di ebbrezza, ha fatto, dapprima il giro della scuola, poi del web. La legge di contrasto al cyberbullismo, emanata dopo il tragico suicidio della 14enne, fornisce strumenti importanti alle famiglie, alle vititme e anche agli investigatori. “Basta una sola condotta, anche senza reiterazione, per essere denunciati – ha sottolineato la commissaria Capo Glielmo -; la scuola deve sempre nominare un referente di prevenzione del cyberbullismo ed adottare un regolamento, prevedendo specifiche sanzioni disciplinari.” Sono poi stati sviscerati altri casi, accomunati purtroppo dalla grave conseguenza che scaturisce con la compromissione della “web reputation”. I genitori o coloro che esercitano la potestà genitoriale sui minori sono tenuti alla sorveglianza e, in caso di commissione di reati da parte di figli minori, a risponderne, anche attraverso il risarcimento del danno. La vice ispettrice Marilena Campioni ha sviluppato un approfondimento sul sexting, fenomeno al quale afferiscono foto, testi e contenuti multimediali con forte sessualizzazione. “Se un ragazzino si scatta in bagno una foto con abbigliamento intimo, quello è materiale perdopornografico. Le foto che ingenuamente possono essere scattate e girate tra ragazzini tramite whatsapp, con la promessa che poi vengano cancellate, in realtà possono finire sugli smart di pedofili e pedopornografi.”
L’attenzione della platea è stata catalizzata, poi da Don Fortunato di Noto il quale, attraverso L’Osservatorio mondiale contro la pedofilia e la pedopornografia online fondato dalla sua associazione Meter, nel solo anno 2018 è riuscito ad intercettare 2.196.470 foto di bimbi abusati, arrivando a scoprire anche 500 immagini di neonati che hanno subito violenze sessuali. “C’è un agire criminologico nel pedofilo, che prova piacere nel vedere un soggetto/bambino, vittima, oggetto. Spesso è un insospettabile, vicino al bambino, persona di cui questi si fida. Bisogna agire con prudenza e buon senso. Internet amplifica ogni devianza.”
Don Di Noto nella sua azione di monitoraggio costante della rete contro gli abusi sui minori, da anni collabora con la Polizia Postale italiana, con quella polacca, con quella neozelandese e con quella australiana, per aprire indagini e per far arrestare persone coinvolte in questo turpe traffico.”
Il numero verde attivato dall’Associazione Meter contro la pedopornografia è l’800455270.
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