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“Città ideali e città reali”. Intorno al libro di Fabio Isman “Andare per le città ideali”. Nuovo appuntamento del ciclo “Il Museo. Dentro e intorno”

Articolo pubblicato il 13 Maggio 2016, Scritto da UNIVERSITA’ DI FERRARA

Tempo di lettura: 2 minuti


da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Lunedì 16 maggio alle ore 17 presso la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, (C.so Ercole I D’Este, 21), si terrà un nuovo appuntamento del ciclo di conferenze “Il Museo. Dentro e intorno” organizzato da Francesca Cappelletti, docente di Storia dell’Arte Moderna del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara e da Stefania De Vincentis, assegnista di ricerca di TekneHub, dalla Fondazione Ferrara Arte, dai Musei Civici di Arte Antica, in collaborazione con gli Amici dei Musei.

Al centro dell’incontro il tema “Città ideali e città reali”, che vedrà Marcello Balzani e Sabina Carbonara del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, dialogare con Fabio Isman in merito al suo libro ‘Andare per le città ideali’ (Edizioni Il Mulino, 2016).

Piccoli gioielli architettonici nati dall’utopia. Non solo Palmanova, Aquileia, Pienza, Sabbioneta: l’Italia pullula di città ideali dalla struttura geometrica regolare, frutto di visioni laiche o di esoteriche cosmogonie. L’itinerario va dalla quadristellata Terra del Sole, voluta da Cosimo I de’ Medici nel 1546 in Romagna, ad Acaya, in provincia di Lecce, da San Leucio, frazione di Caserta, alle città-operaie Crespi d’Adda e Solvay a Rosignano, dalle città di ‘fondazione’ fascista, come Latina e Sabaudia nel Lazio, Arborea e Fertilia in Sardegna, al recente ‘sogno’ della Scarzuola in provincia di Terni.

Fabio Isman, giornalista e scrittore, dopo essersi occupato di politica interna ed estera, da anni si dedica all’arte e alla cultura. Scrive, tra l’altro, per ‘Il Messaggero’, ‘Il Giornale dell’Arte’ e ‘Bell’Italia’. Fra i suoi numerosi libri ‘I predatori dell’arte perduta. Il saccheggio dell’archeologia in Italia’ (2009) e ‘Il ghetto di Venezia’ (2010), pubblicati da Skira.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani