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Città del Ragazzo, studenti in visita a Tper

Articolo pubblicato il 7 Maggio 2015, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


da: Ufficio Stampa & Comunicazione di Camilla Ghedini

Con la visita agli uffici e alle officine di Tper, si è chiuso il progetto di ‘educazione al trasporto’ realizzato nel 2014/2015 da Città del Ragazzo, Tper e Ami.
Un centinaio, complessivamente, gli studenti coinvolti «con l’obiettivo – spiegano il direttore dell’ente di formazione, Giuseppe Sarti, e la coordinatrice del progetto, Luisetta Gualandi – di confrontarsi con loro, anche grazie alle ‘lezioni’ in classe tenute nei mesi scorsi con vertici e personale Tper, sul concetto di rispetto delle regole e sul senso, dunque, della cittadinanza».
Che per chi fa uso dei mezzi pubblici si traduce nel pagamento del biglietto, nell’osservare il lavoro di conducenti e controllori, che a loro volta non possono agire con discrezionalità personale ma essendo sul posto di lavoro non possono fare passare lisce cosiddette ‘ragazzate’, come salire sprovvisti di titoli di viaggio o fornire false generalità. O peggio, compiere atti vandalici, che come ha spiegato ieri Mauro Robustini, responsabile gestione esercizio, «ci costano ogni anno come l’acquisto di un nuovo bus». Soddisfazione, per voce del consigliere Maurizio Buriani, esprime Tper.
«Incontrare tanti giovani, ascoltarli e raccontare loro chi siamo e cosa facciamo, far loro conoscere i nostri operatori e la nostra organizzazione, è un’esperienza bella e proficua per tutti. D’ora in poi molti degli studenti che tutti i giorni trasportiamo saranno meno ‘utenti’ e più amici».
Compiaciuto Sarti: «Abbiamo voluto andare oltre la constatazione di un problema esistente, abbiamo voluto affrontarlo in maniera costruttiva. I risultati, col miglioramento di certi comportamenti, confermano che abbiamo intrapreso la strada giusta».

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani