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da: Circomassimo Arcigay e Arcilesbica Ferrara

Mercoledì pomeriggio di questa settimana F., M. e P. sono stati aggrediti da tre teppisti in pieno centro a Ferrara. Di giorno, alla luce del sole. Due pugni in faccia e un dito rotto provocati da una piccola baby gang omofoba, come quelle che negli ultimi mesi hanno riempito le cronache di molte città italiane.
Fenomeni inaccettabili, che una comunità forte e unita deve saper respingere con decisione, a cominciare dalle sue Istituzioni, perché il susseguirsi dei numerosi episodi di violenza contro gay e lesbiche contribuisce alla determinazione di un clima di paura e tensione. Lo stesso che ogni giorno vediamo alimentato da troppi politici, ecclesiastici e personaggi pubblici.
L’omofobia in Italia è un problema istituzionale. C’è un lavoro politico e culturale da fare, dalla formazione nelle scuole al lessico della cosiddetta società civile. Dobbiamo riappropriarci al più presto di una profonda laicità di fronte al tema dei diritti civili e della libertà di orientamento sessuale.
Subire un’aggressione da parte di uno sconosciuto è forse l’esperienza più traumatica che una persona possa trovarsi ad affrontare.
Per un ragazzo o una ragazza omosessuale la paura di subire una violenza fisica o verbale è sempre latente. È un evento destinato a produrre altri cocci, fisici, psicologici, spesso duraturi, perché in Italia nessuna legge tutela le vittime dall’omofobia.
La società odierna è la più spietata di sempre nei confronti delle differenze. È la società del pregiudizio, e rischia di diventarlo anche nella nostra città.
Circomassimo Arcigay e Arcilesbica Ferrara condanna l’episodio di violenza avvenuto mercoledì, esprime la propria vicinanza alle vittime, sollecita gli organismi preposti a individuare rapidamente gli autori di questo atto e chiede alle istituzioni locali di incrementare il lavoro di formazione e comunicazione per sconfiggere sul nostro territorio questa piaga sociale.

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