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Cinema Boldini IL VENERABILE W – mercoledì 22 maggio

Articolo pubblicato il 21 Maggio 2019, Scritto da Arci Ferrara

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Ufficio Stampa
Al Cinema Boldini
Mercoledì 22 maggio 21.00 – v.o. sott. ita
IL VENERABILE W. , regia di Barbet Schroeder
(Svizzera, Francia, 2017 – 100′)
Ingresso 5 euro

Il 22 maggio alle 21 sarà proiettato al Cinema Boldini l’ultimo capitolo della trilogia del Male di Barbet Schroeder: un documentario sulla figura e sul percorso di Wirathu, maestro buddhista birmano che predica “la protezione della razza e della religione”, esortando al massacro del popolo musulmano dei Rohingya.

Attraverso questo film il regista si interroga su come anche una filosofia tollerante come il Buddhismo possa – portata all’estremo – provocare degenerazioni nell’animo umano.
Attraverso la propaganda di Wirathu, la religione più pacifica della storia diventa strumento e pretesto di prevaricazione religiosa e di violenza: il problema non è la religione in sé, ma l’uso che da sempre ne fa l’uomo.

Il ritmo narrativo che incalza tra passato e presente intervallando riprese ufficiali e video amatoriali tratti dal web, delinea la personalità maestro buddhista in un crescendo grottesco che transita dal documentario al thriller.
La trama è scandita dalla voce narrante che svela la distorsione del messaggio buddhista: le massime vengono poste in contrapposizione con la realtà drammatica delle insurrezioni e del genocidio.

Il venerabile W. fin dalla sua prima apparizione a Cannes 2017 è stato presentato dal suo autore come la terza parte di un’opera tripartita che lui stesso ha denominato “del male”, iniziata nel 1974 con il documentario sul dittatore ugandese Idi Amin Dada e proseguita nel 2007 con L’avvocato del terrore.
Esattamente come nei due capitoli precedenti, Schroeder non prende posizione su quanto viene raccontato dal suo principale interlocutore. Si limita a dargli la parola perché finisca per rivelarsi da sé, in tutte le sue contraddizioni, in tutta la perversione ideologico-religiosa che ne contraddistingue il pensiero.

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Arci Ferrara



Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani