Cimarelli in sintonia sui principi di sviluppo proposti da Ascom
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da: Luca Cimarelli, Candidato al Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, Lista di Forza Italia
In riferimento al documento pubblicato da Confcommercio regionale sullo sviluppo economico dell’Emilia Romagna, il candidato consigliere Luca Cimarelli ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
“Sottoscrivo e mi impegno ad approfondire e contestualizzare per la nostra Provincia, le idee contenute all’interno della base programmatica di Confcommercio sulle imminenti elezioni regionali.
Le proposte contenute nel documento di Confcommercio non sono solo pienamente condivisibili ma anche realizzabili sulla base di un percorso di profonda trasformazione del rapporto tra Regione e i comparti del commercio, del turismo e del terziario.
Per Ferrara sono assolutamente comprensibili le preoccupazioni relative alle infrastrutture come scelta strategica per lo sviluppo delle imprese e del turismo. E sono convinto della necessità di collegamenti efficienti tra entroterra e costa. Lo sviluppo di una politica di eventi che vada oltre le “tradizionali” stagioni turistiche, non solo ne favorirebbe l’allungamento, ma creerebbe ricadute importante in termini di afflusso turistico e occupazione.
Per le città, soffermandosi ancora su Ferrara, è inoltre fondamentale il capitolo riguardante la legalità e la sicurezza.
Piena legalità e diffusa sicurezza non devono essere slogan da sbandierare, ma obiettivi da raggiungere mirando a politiche che sappiano riconoscere l’esistenza di problemi, senza nascondersi dietro l’alibi della percezione soggettiva. Solo attraverso un cambio ideologico nelle politiche sulla sicurezza si possono restituire alle città zone e quartieri in difficoltà e conseguentemente attrarre un nuovo afflusso d’investimenti da parte dei privati per un benessere più diffuso.
Io ho sempre pensato che i centri storici siano i veri “centri commerciali” naturali, per questo motivo devono essere valorizzati e sostenuti. Il contrario di quanto avviene troppo spesso nelle politiche messe attuate dall’amministrazione pubblica. Anche in questo caso occorre ricorrere alle capacità di chi vive e lavora sul territorio, abbandonando la logica della predominanza del pubblico, passando ad una gestione “integrata” di attività e servizi.
Proprio la sussidiarietà diventa elemento imprescindibile a fronte della crisi del pubblico, per garantire la pluralità di interventi che il cittadino richiede. Non è un atto sacrilego riconoscere disponibilità e competenze di settori privati che hanno le carte in regola per consentire lo svolgimento di servizi che fino a poco tempo fa erano appannaggio del settore pubblico. La gestione mista dei servizi deve essere vista come un punto di partenza in tutti settori compreso quello socio – sanitario.
Concludendo, la cosa che mi ha maggiormente colpito è la riscoperta della centralità della persona quale soggetto, sia esso lavoratore o imprenditore, in grado di produrre sviluppo economico e sociale.
Auspico pertanto che vengano posti in essere tutti gli strumenti in grado di favorire l’accesso al lavoro, al credito, alla formazione, secondo questo tipo di visione, dove la persona è attore protagonista e non comparsa”.
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