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da: ufficio stampa Confederazione italiana agricoltori di Ferrara

Stefano Calderoni commenta la partnership tra Cia Nazionale e il Biodiversity Park di Expo 2015 e ribadisce l’importanza delle scelte a livello territoriale per sostenere biodiversità e promuovere il “Km Etico”

«Biodiversità, salvaguardia del paesaggio agricolo e una filiera di aziende aggregate che garantiscano qualità e prezzo equo: in sostanza un’agricoltura virtuosa ed economicamente vantaggiosa sia per le aziende che per i consumatori».
Secondo Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara, la strada maestra per uscire dalla crisi e innovare il settore agricolo è proprio questa. Una strada che sta percorrendo anche la Cia Nazionale ad Expo 2015 dove è partner del Biodiversity Park, uno spazio di 8.500 mq dedicato alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari italiane, nell’ottica della salvaguardia della biodiversità in agricoltura. «Ogni territorio – spiega Calderoni – ha un “codice genetico”, tracciato dalle diverse specie animali e vegetali che lo rendono unico.
Nel settore agroalimentare questa biodiversità è un patrimonio inestimabile di produzioni che, insieme al paesaggio rurale, vanno salvaguardate e valorizzate ad ogni costo. Da diversi mesi stiamo puntando proprio su queste tematiche, in linea con la decisione di Cia Nazionale di aderire al Biodiversity Park di Expo – nato dalla partnership tra BolognaFiere e Expo 2015 S.p.A – una vasta area che per sei mesi racconterà, attraverso incontri, convegni, eventi e spettacoli cosa significa la agro-biodiversità e cosa rappresenta quel patrimonio per il fabbisogno di cibo.
Sul territorio ferrarese – continua Calderoni – abbiamo parte di quella agro-biodiversità e vogliamo che ritorni ad essere, dopo la crisi di questi anni, un valore ambientale ed economico forte. L’agricoltura è il punto di forza dell’economia ma servono politiche di aggregazione e filiere più efficaci e la nostra idea di agricoltura a “Km etico” va esattamente in questa direzione.
Parliamo di un’operazione complessa, “infrastrutturale” che porterà le aziende ferraresi molto oltre la filiera a “Km 0”. Per noi, infatti, la pratica di vendere direttamente prodotti di un’area territoriale ristretta, anche se ne riconosciamo il valore, è ormai superata, soprattutto perché riguarda solo la vendita diretta, una parte importante ma limitata della produzione agricola.
Noi vogliamo sostenere tutte le aziende, anche quelle che non vendono direttamente, che sono circa il 97% del totale.
Per loro vogliamo rendere operativa una filiera certamente corta ma non legata a un unico territorio – ribadisce il presidente Cia – perché i produttori potranno vendere anche prodotti che provengono da altre zone, anche lontane, nell’ottica di un vero e proprio scambio di agro-biodiversità.
Questo, però, solo ed unicamente attraverso un patto etico: entreranno nella filiera unicamente le aziende aggregate che si impegnano a produrre in termini di sostenibilità, tracciabilità, rispetto dei lavoratori e che proporranno prodotti di qualità a un prezzo equo.
Auspichiamo che – conclude Calderoni – i consumatori possano trovare presto sugli scaffali dei supermercati prodotti “Km Etico”, un brand che premi le aziende di cui venga certificato il processo di produzione e si valorizzi letteralmente chi si “comporta bene” perché rispetta il lavoro, il consumatore e la agro-biodiversità.»

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CIA FERRARA



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