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da: Ufficio Stampa e Comunicazione Cia Ferrara

Le quotazioni di mercato per il frumento duro e tenero sono ancora più basse degli ultime relative alla campagna 2015. E la Cia propone nelle piazze ’iniziativa Grano Amaro

FERRARA – Non ci sono ancora dati certi sulla produzione di frumento nel ferrarese ma una certezza c’è ed è quella di quotazioni di mercato che hanno raggiunto il punto più basso degli ultimi anni. A fare il punto sull’andamento della campagna cerealicola e soprattutto a lanciare l’allarme su una situazione di mercato insostenibile è il Gie (Gruppo di Interesse Economico) Cereali di Cia – Agricoltori Italiani Ferra. «La tendenza al ribasso dei prezzi è in atto da diversi anni ed è divenuta molto evidente con la campagna di commercializzazione 2015-2016. Poi con le prime quotazioni di fine giugno e inizio luglio, è arrivata la vera e propria stangata: circa 18/20€/q pagati per il duro – il prezzo medio dell’anno scorso era di 24€/q – ed appena 15/16€/q per il tenero (numero 3) a fronte di una media 2015 di 17€/q. Ovviamente ci saranno nelle prossime settimane variazioni di prezzo in base a varietà appartenenti alla categoria numero 1 – quotate in base a livello proteico e peso specifico – ma il ribasso del mercato dei cereali è grave, generalizzato ed evidente.» La campagna di raccolta non è ancora terminata e dunque c’è già una prima conta dei danni, non derivati dall’andamento climatico che ha favorito l’andamento colturale del frumento, ma da prezzi che non coprono i costi di produzione e rendono difficile pensare a un futuro certo per la cerealicoltura.
«Produrre frumento – commenta Stefano Calderoni, presidente provinciale Cia Ferrara – è necessario per la rotazione colturale che prepara il terreno per le colture dell’anno successivo ed è un requisito della Politica Agricola Comune. Ma come possono gli agricoltori continuare a produrlo in queste condizioni, senza riuscire a coprire i costi di produzione? La tentazione è di fare un vero e proprio “Sciopero del grano”, lasciando incolti i terreni destinati ad essere investiti a frumento. Siamo arrivati, infatti, a vivere un vero e proprio paradosso agricolo ed anche culturale: conviene di più per il reddito delle aziende non coltivare che coltivare grano.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica, inoltre, in piazza a Ferrara e in tutte quelle dell’Emilia-Romagna, da Rimini a Piacenza, ci sarà nelle prossime settimane l’iniziativa “Grano amaro” per far sapere alla cittadinanza che attualmente 100 chilogrammi di frumento valgono, sul mercato attuale, meno di 8 chili di pane. Il divario tra prezzo del frumento e pane e pasta non è mai stato così grande e questo danneggia tutta la filiera produttiva a partire dai produttori che non hanno più reddito da cereali. In piazza – conclude Calderoni – faremo toccare con mano alle persone questo divario e spiegheremo le logiche non solo commerciali ma politiche che hanno portato a questa situazione di mercato speculativa dove la qualità del prodotto, che peraltro quest’anno è ottima, sembra non valere nulla così come la salubrità del frumento importato a prezzi così bassi che affondano il mercato»

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