Skip to main content

da: Cia Ferrara Agricoltori Italiani

L’andamento climatico sta generando un fenomeno anomalo e diffuso di Cascola nei frutteti che porterà a cali produttivi ancora da quantificare. Cia Ferrara chiede un monitoraggio e un tavolo congiunto per analizzare la situazione

FERRARA – Una situazione meteoclimatica anomala sta provocando un fenomeno altrettanto
anomalo e diffuso di Cascola nei frutteti. Non si parla di episodi isolati ma di una caduta dei frutti
generalizzata che interessa quasi la metà delle aziende agricole del territorio, senza particolare
distinzione tra Alto e Basso ferrarese. Il problema è iniziato alla fine di Aprile ed ha portato, in queste
settimane, a una perdita di prodotto che sta raggiungendo picchi di 50-60%, al quale
corrisponderanno certamente cali produttivi in epoca di raccolta, ancora da quantificare con certezza.
A sottolineare una situazione che preoccupa gli agricoltori di tutta la provincia è la Cia – Agricoltori
Italiani di Ferrara che sta monitorando la situazione attraverso i produttori e i tecnici del Gie (Gruppo
di Interesse Economico) Ortofrutta.
«Devo necessariamente definire un’anomalia questi fenomeni così diffusi e generalizzati di cascola
– spiega Vanni Branchini, membro del Gie e frutticoltore di Cia Ferrara – dopo un andamento
vegetativo ed agronomico praticamente perfetto. I peri, ma anche albicocchi e ciliegi, hanno avuto
una fioritura abbondante, un buon inizio di allegagione con una grande produzione di foglie di grandi
dimensioni e una caduta fisiologica dei frutti normale e positiva. Quelli che si presentavano ai nostri
occhi, fino a metà aprile, erano davvero dei gran bei frutteti e c’era la prospettiva di una campagna
di raccolta quantitativamente eccellente. Poi, verso la fine di aprile, le foglie hanno iniziato a
restringersi o ingiallire, i frutti a cadere in maniera anormale e sono iniziati i problemi. A
compromettere l’andamento sono stati, a nostro avviso, le brusche ed improvvise variazioni di
temperature della fine di aprile: le stazioni metereologiche in campo nel periodo tra il 20 e 30 aprile
hanno registrato temperature minime tra 0 e 4/5 gradi e fenomeni di brina non cristallizzata ma
comunque consolidata. Poi i termometri sono letteralmente schizzati, nei momenti centrali della
giornata, a 25 gradi all’ombra e 28 in pieno sole. Un’escursione termica che ha portato, dunque, a
questa cascola “meteoclimatica” non legata all’andamento agronomico e nemmeno alle forti
grandinate che hanno colpito il territorio nel settembre 2015. La caduta riguarda, infatti, i frutteti di
molte aziende dotate di reti anti-grandine, quindi non può trattarsi della conseguenza del grande
stress che può subire la pianta colpita da manifestazioni atmosferiche particolarmente violente.»
Nelle prossime settimana Cia Ferrara continuerà a monitorare il fenomeno, auspicando che Provincia
– già allertata e informata nei giorni scorsi – e Regione aprano un tavolo per tenere sotto controllo
la situazione che non riguarda solo Ferrara ma diverse zone del bolognese, del Basso Veneto e del
Mantovano, quelle più vocate alla produzione di pere. L’obiettivo è arrivare a una stima certa dei cali
produttivi e mettere in campo azioni congiunte per capire e prevenire queste anomalie, capaci di
mettere in ginocchio la frutticoltura ferrarese.

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

CIA FERRARA



Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it