Gli incontri al buio possono sempre avere degli sviluppi inaspettati, come nel caso dei due protagonisti di “Ci vuole un fisico” del regista faentino Alessandro Tamburini.
Nello stesso ristorante un ragazzo e una ragazza, dall’aspetto normale, ma entrambi convinti di essere poco avvenenti se non addirittura brutti, aspettano i rispettivi partner, che tardano ad arrivare e non rispondono alle pressanti telefonate. Dopo numerosi tentativi di contattarli, si convincono dell’inutilità dell’attesa e si consolano cenando ognuno per conto proprio.
I due si incontrano all’uscita del ristorante, dopo essersi prima scambiati qualche occhiata e avere compreso la situazione l’uno dell’altra. Lei gli propone di accompagnarlo a casa e questo è il pretesto narrativo per iniziare un viaggio nella Roma notturna, alla ricerca di qualcosa che dia loro tranquillità. Durante la corsa in scooter inizieranno a conoscersi parlando di loro e dei “perduti” partner, ma soprattutto quello che emergerà sarà il senso di insicurezza e inadeguatezza, al limite dell’ossessione, che li tormenta. Tutti questi problemi nascono da un’esagerata non accettazione del loro fisico e della voglia di trattarsi bene, soprattutto nei confronti del cibo.
Una frase pronunciata dalla ragazza è particolarmente efficace nel descrivere il suo modo di sentirsi: “… secondo me essere brutti è come fare una gara, metti che stai correndo una maratona, tu corri in mezzo alla gente e ogni tre chilometri arriva una mano gigante che ti riporta indietro di un chilometro… e pure se sei in vantaggio sugli altri, devi correre sempre più forte così, sempre per colpa di quella mano gigante, però pensa che soddisfazione se vinci la gara …”.
Il film si regge sulla buona interpretazione dei due attori, in particolare di Anna Ferraioli Ravel (diplomata al Centro sperimentale di cinematografia), la cui vivacità recitativa dona spessore e simpatia al personaggio della ragazza complessata.
La notte passata insieme li rende consapevoli delle loro potenzialità come esseri umani e sembra iniziare una storia d’amore. Le paranoie stanno per abbandonarli.
Alessandro Tamburini è nato a Faenza nel 1984, al suo attivo ha numerose produzioni tra cui “Il viaggio”, le cui riprese sono state effettuate in Romagna. Il regista si è diplomato al Centro sperimentale di cinematografia, dove fu ammesso grazie al medio metraggio intitolato “La trappola”, vincitore di vari concorsi nella capitale. Segnaliamo anche il documentario “Mai senza. La sessualità alla terza età”, realizzato assieme a Ciro Zecca, con Paolo Villaggio, Lino Banfi, Sandra Milo, Tinto Brass, Carlo Monni, Milly D’Abbraccio e Riccardo Schicchi.
“Ci vuole un fisico” ha vinto numerosi premi, molti dei quali assegnati alla protagonista femminile.
Alessandro Tamburini e Anna Ferraioli Ravel sono i protagonisti, con Sandra Milo, del divertente cortometraggio “L’arte del fai da te”, disponibile in rete per la visione, e attualmente hanno appena finito di girare il cortometraggio “Il cervo, l’alce, il capriolo”.
Il film è interamente visibile a questo indirizzo [vedi]
“Ci vuole un fisico”, di Alessandro Tamburini, con Alessandro Tamburini e Anna Ferraioli Ravel, cortometraggio, commedia, Italia, 2013, 15 min.
Sostieni periscopio!
William Molducci
I commenti sono chiusi.
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it