Chiusura discoteche, Peruffo: “Dal Governo più coerenza e uniformità nelle decisioni”
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Da: Ufficio Stampa Forza Italia Ferrara
Non voglio ricercare facili consensi nel criticare il Governo in quella che continua a essere una complessa fase gestionale legata all’emergenza Covid-19, in prossimità (o meno) della c.d. seconda ondata di contagi.
Difficile però non rimanere sorpresi – come osservato da più parti – dalle decisioni in merito alla chiusura delle discoteche. Che fossero luoghi di aggregazione, lo si sapeva fin dall’inizio, così come pure è difficile/impossibile pensare che i giovani, che frequentano i locali allo scopo di divertirsi e socializzare, mantengano distanze idonee tra loro.
Da cittadina e genitore mi chiedo allora cosa spinse a prendere la decisione di aprire le discoteche, quando scuole e università continuavano a rimanere drasticamente chiuse.
Come anticipato, non additiamo unicamente il Governo, ma facciamoci un esame di coscienza tutti quanti, per aver improvvisamente – e incautamente – abbassato troppo la guardia. Abbiamo smesso di ribadire, soprattutto ai più giovani, che i rischi di contagio continuano a esserci e che le misure base (dispositivi di protezione sul volto, lavaggio delle mani, distanziamento minimo di almeno un metro) devono essere sempre rispettate, anche con il caldo estativo.
Per ciò che ho notato in prima persona, in alcuni ambiti – cito ad esempio le spiagge – la noncuranza dei frequentatori è arrivata al punto da venire scrutati in modo torvo quando solo si indossa la mascherina alzandosi dal lettino.
La verità è che dobbiamo, purtroppo, riprendere quegli accorgimenti che avevamo faticosamente iniziato ad adottare a marzo scorso, auspicando che per una serie di fattori, dalla prossimità del vaccino alla capacità di contenere e individuare i focolai, non si arrivi alla necessità di provvedimenti drastici come nel recente passato.
Tornando alle discoteche occorre invece che il Governo faccia un ulteriore sforzo per sostenere non solo i gestori dei locali, ma anche tutti i lavoratori (e si parla di migliaia di persone) a essi collegati, affinchè ottengano aiuti idonei a sopperire alla mancanza di lavoro e di introiti.
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