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Che io non cerchi tanto

Articolo pubblicato il 20 Maggio 2016, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti



da: Area Comunicazione Torri dell’Acqua

Domenica 22 maggio 2016

Ore 18 Torri dell’Acqua Via Benni 1, Budrio (Bo)

In collaborazione con Fondazione Giorgio Cocchi e Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna

Ingresso libero

Che io non cerchi tanto

Azione musicale per due musicisti e un danzatore

Filippo Porro – danzatore
Marco Ignoti – clarinetto basso
Sebastiano Severi – violoncello
Maria Stella Andreacchio – regia del suono
Progetto e musica di Maria Stella Andreacchio
(Biennio di Composizione del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna)

Locandina+Cartolina-spettacolo-22-maggioChe io non cerchi tanto… è un progetto performativo che nasce nell’ambito del Biennio di Composizione ad indirizzo “Composizione e Performance” del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna.
Maria Stella Andreacchio ha ideato un intenso percorso espressivo nel quale la musica tesse una sottile trama di relazioni fra gesto musicale da un lato e concreto gesto fisico del danzatore/performer.
Il testo scelto per accompagnare lo spettatore in questo percorso è attribuito a San Francesco d’Assisi e rappresenta l’espressione della coscienza dell’uomo, della sua memoria storica. La Parola, silente, muta in un primo tempo, si risveglia nel momento in cui l’uomo si interroga su se stesso, osserva, guarda il mondo che lo circonda comprendendo infine che “se nessuno è capace di dare amore, nessuno potrà riceverne”. Quelle di Francesco sono parole di pura follia per noi uomini di questo tempo così sempre concentrati su noi stessi; ciechi al resto, ciechi agli altri e a ciò che è veramente essenziale. Se però proviamo a leggerle con cuore semplice, diverso, possiamo accorgerci che è proprio la loro follia la strada per ritrovarci veramente, il paradosso nel quale siamo restituiti a noi stessi.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani