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Da: Ufficio Stampa

Siamo al 10 Maggio, sono passati 79 giorni da quando come CGIL, CISL e UIL abbiamo chiesto al Presidente della CTSS di lavorare per un piano sanitario provinciale unico in grado di affrontare al meglio l’emergenza covid per tutelare il personale sanitario e assistere i cittadini, e ad oggi non c’è e speriamo che la CTSS del 12 maggio sia la volta buona!
Il 18 aprile abbiamo chiesto al Presidente Fabbri in CTSS di discutere della sicurezza nei luoghi di lavoro per far partire l’economia provinciale in sicurezza. Abbiamo tutti la necessità che le attività commerciali ripartano il prima possibile tutelando i tanti lavoratori e lavoratrici, dipendenti degli studi dentistici, dei saloni di bellezza, i parrucchieri e i barbieri, i fornai, le tante commesse e commessi dei negozi di abbigliamento, della grande distribuzione, delle profumerie fino alle macellerie, ai tanti ragazzi e ragazze impegnate nei pub e nei bar, alle centinaia di camerieri e cameriere e, prima lo si fa e meno ricchezza tutti perderemo anche domani.
Il Presidente Fabbri sembra non comprendere l’importanza di avviare una discussione per promuovere misure a tutela non solo dei lavoratori e delle lavoratrici ma della salute dell’intera collettività: condizione indispensabile per scongiurare il “rimbalzo” della curva del contagio e far partire il prima possibile il lavoro. La sicurezza appare solo nelle sue dichiarazioni ma non nelle azioni.
Ancora una volta incomprensibilmente sceglie di alimentare la propaganda assumendo un’ordinanza, bloccata poi dal Prefetto, per far ripartire il commercio dal 5 maggio; ciò non solo in spregio alle leggi vigenti ma cosa ancor più grave senza nessuna certezza sulla garanzia di tutela delle persone che lavorano e mettendo potenzialmente a rischio tutta la cittadinanza: o ha cattivi consiglieri, o si evidenzia il profilo di totale inadeguatezza e pericolosità che esercita nel proprio ruolo o più probabile è il segno di un tratto di pericolosa spregiudicatezza politica.
Non può più essere permesso a Fabbri di fare scelte che aggravano il costo della crisi già pesante per lavoratori, pensionati e non può ridurre le opportunità per i nostri giovani. Non discutere di organizzazione della sanità in CTSS per l’avvio della “fase 2”, non garantire tutela a noi tutti non è più tollerabile. Cari Sindaci, non siamo al tempo delle signorie! Battete un colpo!
Carradori – Azienda Ospedaliera – informa che “abbiamo in pratica perso un anno di lavoro per far rientrare le liste di attesa degli interventi e sono 700 le persone in attesa e il 28% è oltre i limiti”, Vagnini – AUSL – afferma “di non poter far previsioni sul ritorno alla normalità delle prestazioni” portando ad esempio la prestazione dei prelievi ematici che dai 350/400 al giorno oggi siamo a soli 75.
Davanti a ciò il Presidente sceglie gli strappi istituzionali anziché occuparsi delle cose che rappresentano una concreta utilità per far ripartire l’economia.
Basta perdere tempo!
Cona è l’ospedale che più produce e deve essere messo nelle condizioni di correre! Di sfruttare tutte le potenzialità che possiede. Basta freni che determinano l’occupazione impropria di posti letto: in CTSS si decida di investire sul territorio. L’ospedale di Argenta deve tornare a dare risposte adeguate alla fase come quello di Cento. Egregio Presidente siamo alle porte della stagione balneare, di quella turistica di grande interesse anche per la Città, e per molti sono l’unica fonte di reddito che non può essere ulteriormente messa a rischio. Deve coordinare i lavori della CTSS e arrivare a sintesi: l’ospedale del Delta va organizzato per garantire risposte all’utenza; per questo pensiamo vada reso agibile in tutti i suoi piani l’Ospedale di Comacchio per poter curare i pazienti affetti da covid. Il distretto sud-est, la provincia hanno bisogno di questa risposta.
Presidente ha perso un anno per rilanciare la sanità occupandosi di propaganda ora cambi passo per il bene di tutti, può farlo.
Nella CTSS del 12 proponga l’apertura dell’ospedale di Comacchio per poter smaltire più velocemente le liste d’attesa dei tanti cittadini della provincia che oggi non trovano risposte adeguate; per limitare la mobilità passiva; per riparare con grande umiltà agli errori che per miopia sta commettendo e per i quali tutti ne stiamo pagando le conseguenze, soprattutto i più fragili, le persone malate e quelle più povere che non potranno accedere alla sanità a pagamento. E’ evidente che la sua cultura non le consente di vivere il confronto come opportunità ma produce danni a troppi l’essere accecati dall’ideologia e la complessità che abbiamo davanti avrebbe bisogno di coesione e larga partecipazione. Siamo fiduciosi che da domani saprà ricoprire il ruolo con maggior responsabilità, consapevolezza e nell’interesse pubblico, che è di tutti.

CGIL Cristiano Zagatti, CISL Bruna Barberis e UIL Massimo Zanirato

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