Da: Ufficio Stampa Gruppo Democrazia Cristiana
E’ noto che l’Avv. Raffaele Cerenza, Presidente della Associazione DC 1993, ha speso molte risorse per impedire ogni tentativo di ricostruzione della DC in Italia.
Ma dedurre che egli sia contro la DC è sbagliato. La reazione nasceva dalla esclusione di lui dal nuovo corso, e dal suo intento (penso) di impedire che personaggi più o meno “corrotti” tornassero a strumentalizzare la DC per vantaggi personali, più o meno come quelli delle tali correnti che nel 1990-94 usarono la DC per fini personali. Io mi ritengo tra alcuni naufraghi, sopravvissuti, che presumono di restituire agli Italiani la vecchia DC, quella che ha fatto l’Italia, che abbiamo ancora oggi (da De Gasperi a Moro). Nel 2016, fui designato dal Tribunale Civile di Roma a convocare la assemblea dei soci, cosa che si fece nel febbraio 2017.
Nel 2018, si era anche riusciti a fare un congresso (il primo dal 1994) per la ricostituzione degli Organi. Ma ecco ri-presentarsi il bravo Cerenza con un ennesimo ricorso, per farlo annullare, per illegittimità gravi (intendi: brogli elettorali).
La Assemblea dei Soci del 12 ottobre 2019 ha dato ragione a Cerenza: “Quel XIX Congresso nazionale fu nullo. Si ri-faccia tutto”.
Il giorno 7 novembre 2019 gli ho inviato il verbale, e una letterina: “Caro Cerenza, la DC ha annullato il congresso”. Come dire: “Sarà contento. E’ venuto meno il motivo del contendere”. Oggi l’ho chiamato per telefono: Con l’annullamento del XIX congresso è venuto meno l’oggetto del contendere. Ti invito a partecipare ad un incontro in amicizia per discutere assieme come fare bene il nuovo congresso. La risposta di Cerenza è stato un diluvio di improperi. “La delibera è nulla”. “Ti denuncerò”. Durata della invettiva: 5 minuti, senza interruzione.
No comment.
Postscritto. Un caro amico ha voluto assimilarmi a un detto di Italo Balbo: “Mi tengo da nulla, se mi considero. Mi tengo, invece, da molto se mi paragono”.
Il Presidente Nazionale ad Interim Nino Luciani.
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