Centinaia di organizzazioni si mobilitano contro il pre-Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari
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Ufficio Stampa Slow Food
Le organizzazioni della società civile e dei popoli indigeni, insieme a Slow Food, lanciano la Mobilitazione contro il pre-Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari
Oltre 300 organizzazioni della società civile, produttori di cibo di piccola scala, ricercatori e popoli indigeni di tutto il mondo si riuniscono in un evento virtuale e fisico a Roma dal 25 al 28 luglio 2021 per manifestare il loro dissenso al pre-Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari.
La People’s Counter-Mobilization to Transform Corporate Food Systems (Contro-Mobilitazione dei popoli per Trasformare i sistemi alimentari corporativi) è l’ultima di una sedie di critiche rivolte all’Unfss. Tra coloro che si oppongono al Vertice, anche una coalizione di scienziati che ha pubblicato una petizione per invitare i loro colleghi di tutto il mondo a unirsi alla protesta.
A guidare la Mobilitazione, la People’s Autonomous Response to the Unfss, che ha da tempo denunciato come il Vertice non stia facendo nulla per affrontare davvero fragilità e ingiustizie all’interno dei sistemi alimentari. Al contrario, il Vertice si sta dimostrando una pericolosa distrazione dai veri problemi che le persone più fragili e il nostro pianeta si trovano ad affrontare in questo momento di crisi multiple e combinate. L’Unfss non garantisce affatto responsabilità e trasparenza necessarie affinché le istanze dei popoli contadini e indigeni siano adottate e incluse nelle sintesi finali.
Il risultato della partnership tra l’Onu e il World Economic Forum – organismo che riunisce le 1000 maggiori corporation mondiali – fa infatti sì che il Vertice sia sproporzionatamente influenzato dai grandi attori economici, dirottando le energie e risorse finanziarie necessarie ad affrontare le crescenti crisi sociali, ambientali e sanitaria.
«Il progetto di cambiare i sistemi alimentari e agricoli in senso autenticamente sostenibile può solo marciare sulle gambe di milioni di persone che nell’economia locale portano avanti questa trasformazione ambiziosa e utile. Per tutti questi motivi io penso che la Mobilitazione sia una scelta coraggiosa e utile. Che non esclude il dialogo, anzi, porta avanti il dialogo. Ma il dialogo deve coinvolgere tutti e non solo i soliti privilegiati di un sistema economico finanziario che è responsabile di questo disastro» afferma Carlo Petrini, presidente e fondatore di Slow Food, nel suo contributo alla Mobilitazione.
«Il Vertice è diventato un chiaro terreno di gioco dove gli interessi corporativi hanno manifestato tutta l’intenzione di spadroneggiare» aggiunge Edie Mukiibi, vicepresidente di Slow Food. «L’agricoltura industriale, con le sue pratiche ingiuste come land grabbing, deforestazione, sfratto dei contadini dalle proprie terre, e altre pratiche agricole che non fanno altro che esacerbare la crisi climatica e ambientale, ha provocato la sofferenza di milioni di persone, soprattutto nel Sud del mondo. Come Slow Food siamo profondamente preoccupati che l’attuale processo dell’Unfss, affrettato, controllato dalle multinazionali, irresponsabile e poco trasparente, non porterà alla trasformazione e al cambiamento che noi immaginiamo. La nostra grande preoccupazione è che questo Vertice sia piuttosto orientato a ripetere il modello agri-business-as-usual, ben lontano dalla trasformazione olistica e sistemica dei sistemi alimentari, necessaria per arginare le crisi ambientali, climatica e alimentare», e conclude: «Slow Food si unisce alle centinaia di altre organizzazioni della società civile, soprattutto del Sud del mondo, alle organizzazioni delle comunità indigene e a tutti coloro che hanno a cuore il pianeta e il sistema alimentare, per sfidare i risultati prestabiliti del Vertice e rivendicare la sovranità dei popoli sui sistemi alimentari».
I sistemi alimentari globalizzati, dominati dalle grandi multinazionali e dalle corporation alimentari, non sono riusciti a garantire la sicurezza alimentare in tutto il mondo, e la pandemia da Covid-19 ha solo peggiorato la situazione.
Il numero di persone cronicamente malnutrite è in aumento. Le persone che non hanno accesso a cibo adeguato sono aumentate vertiginosamente fino a comprendere quasi un terzo della popolazione mondiale, secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione pubblicato il 12 luglio. Gran parte del Sud del mondo è ancora scosso dalla pandemia di Covid-19 che non ha fatto altro che aumentare asimmetrie di potere strutturali, fragilità e ingiustizie che governano il sistema alimentare globalizzato.
Sono oltre 380 milioni le persone rappresentate dai movimenti di protesta: contadini e agricoltori, donne e organizzazioni giovanili, popoli indigeni, pastori, senza terra, migranti, pescatori, lavoratori agroalimentari, consumatori e tanti altri gruppi della società civile che chiedono una trasformazione radicale dei sistemi alimentari verso un modello alimentare giusto, inclusivo e davvero sostenibile.
Tra le richieste c’è quella di estendere la partecipazione dei piccoli produttori di cibo e dei lavoratori rafforzando i modelli di governance alimentare democratica già esistenti, come il Comitato delle Nazioni Unite per la sicurezza alimentare mondiale (Cfs) e il suo gruppo di esperti di alto livello (Hlpe).
ll Cfs, che l’Unfss minaccia di mettere in disparte e bypassare, è l’istituzione intergovernativa più inclusiva che si occupa di politica alimentare globale, uno dei pochi organismi che agisce secondo un approccio basato sui diritti umani. Uno spazio dove i più colpiti dalla globalizzazione del sistema alimentare possono far sentire la propria voce.
Il sistema delle Nazioni Unite dovrebbe essere uno spazio multilaterale. Invece è stato piegato dagli interessi del mercato globalizzato per fornire legittimità all’ulteriore espansione di visioni ancora più dannose, tecnologicamente complesse e costose del sistema alimentare. Le stesse che hanno condotto alle crisi che stiamo affrontando.
La Mobilitazione al pre-Vertice rappresenta l’espressione di profonde preoccupazioni sul processo e la direzione del Vertice stesso. Pur dichiarando di essere un «Summit della gente» e un «Summit delle soluzioni», questo Vertice apre la strada verso una maggiore concentrazione corporativa nei sistemi alimentari, favorendo catene di valore insostenibili e globalizzate, e promuovendo un’indebita influenza dell’agribusiness e delle industrie alimentari sulle istituzioni pubbliche e sulle Nazioni Unite.
Idee fallimentari e controverse, come sistemi volontari di sostenibilità aziendale, Ogm e biotecnologie, agricoltura rigenerativa e intensificazione sostenibile dell’agricoltura sono solo alcune delle false soluzioni propagandate dal Vertice. Queste proposte non sono né sostenibili, né convenienti per i contadini e i produttori di piccola scala e i lavoratori del sistema alimentare, e non servono l’interesse pubblico e la salute pubblica. Il Vertice è un tentativo da parte dei grandi operatori economici di normalizzare e legittimare soluzioni tecnologiche che sono dannose per le persone, la sicurezza alimentare e gli ecosistemi. Queste false soluzioni non riescono ad affrontare le ingiustizie strutturali e i problemi della società, come l’accesso alla terra e alle risorse, la perdita di biodiversità e la crescente disuguaglianza economica.
La Mobilitazione, che avrà luogo in un formato ibrido negli stessi giorni del pre-Vertice, illustrerà le realtà di contadini e agricoltori, dei lavoratori e della maggioranza della popolazione mondiale, le loro richieste e visioni per una trasformazione vera e profonda, basata su diritti umani e agroecologia. Evidenzierà l’importanza della sovranità alimentare e la necessità di proteggere l’agricoltura sostenibile su piccola scala, le conoscenze tradizionali, i diritti alle risorse naturali, e i diritti dei lavoratori, dei popoli indigeni, delle donne e delle generazioni future, come alternativa all’agricoltura high-tech guidata dalle multinazionali. Saranno proposte e discusse soluzioni reali come regole vincolanti per gli abusi delle grandi aziende, stop all’uso dei pesticidi e verso un modello di agricoltura ecologica.
La manifestazione mira a rendere noti i temi nascosti del Vertice e mettere in luce l’espediente messo in atto per declinare la responsabilità sulle attuali crisi. Affronta la questione della cooptazione delle soluzioni e delle misure proposte dai movimenti sociali, dai piccoli produttori alimentari e dai lavoratori, perpetuando gli stessi squilibri di potere che le loro soluzioni cercano di correggere.
La chiamata all’azione lanciata nel maggio 2021 per coordinare la reazione delle organizzazioni della società civile ha raccolto risposte da tutto il mondo. Ecco in sintesi il programma:
25 luglio: Una maratona virtuale globale riunisce i produttori di piccola scala e le voci dei popoli da tutto il mondo.
26 luglio: Tre tavole rotonde pubbliche valutano il contesto generato da COVID-19, le crisi alimentare e climatica e analizzano i contenuti proposti dal Vertice, per interpretare la sua narrativa e le sue false soluzioni, e la sua spinta verso la cattura corporativa della governance e della scienza.
27 luglio: 15 eventi auto-organizzati della società civile illustrano la varietà di visioni su come il sistema alimentare possa essere messo a servizio del pianeta e delle popolazioni
28 luglio: Un panel di chiusura presenta una sintesi preliminare delle azioni e delle discussioni svolte durante la Mobilitazione e una proposta per affrontare il Food Systems Summit di settembre.
Ulteriori dettagli e le modalità di partecipazione saranno definiti durante una conferenza stampa che si terrà il 22 luglio alle 13,30.
Per ulteriori informazionie seguire lo streaming della Mobilitazione foodsystems4people.org
Ufficio stampa: Marion Girard | Media officer at the Civil Society and Indigenous Peoples’ Mechanism (CSM) for relations with the UN Committee on World Food Security (CFS) marion.girard.cisneros@csm4cfs.org
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