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Indagine dopo indagine, la storia dello sbirro Pietro Malatesta non si ferma e il prossimo libro di Lorenzo Mazzoni sarà al Salone del Libro di Torino a maggio. Come nella migliore tradizione di noir e polizieschi, la serialità del personaggio e l’ambientazione metropolitana formeranno l’ossatura anche del Malatesta in uscita in primavera. Si tratta, questa volta, del sequestro di una personalità politica a cui Malatesta dovrà dedicarsi. Un altro caso, il quarto, per il poliziotto “anarchico” creato dallo scrittore ferrarese che è anche reporter, collaboratore de “Il fatto quotidiano” e vincitore del premio “Liberi di scrivere Award” con Apologia di uomini inutili.
In linea con la struttura dei romanzi noir, nelle storie di Mazzoni, le indagini e i crimini sono l’elemento più evidente della narrazione, ma non l’unico. Sottotraccia un universo di valori e approfondimenti che riguardano l’uomo oltre il personaggio.

Mazzoni, che uomo è Malatesta e in quale Ferrara vive?
“Il genere poliziesco dà la possibilità di andare oltre l’indagine, di parlare e far parlare. Ferrara ha tutti i presupposti per essere una delle città più belle del mondo, se non fosse per una certa mediocrità, per un certo modo modesto di condurre le scelte che si riflettono sulla vita pubblica. Pensiamo all’ospedale di Cona, al caso Aldrovandi, alle scelte urbanistiche del Darsena city, ai cinema del centro storico. Mi piacerebbe che i lettori di Malatesta capissero che ci sono anche belle persone, c’è un’umanità della strada, che è quella dove bazzica Malatesta, un uomo delle istituzioni, ma sui generis, perché le istituzioni, lui, le combatte da dentro. Malatesta è un ex teppista, uno che ha fatto vita di strada e gira in bicicletta per la città”.

La sua opera è stata definita un “noir solare”, perché?
“Mi piace lavorare sul grottesco e sulle contraddizioni. Malatesta è ironico e simpatico, la sua famiglia non è convenzionale, vive con la madre, una ex moglie e il suo boy, un figlio… insomma, una composizione un po’ atipica che fa sorridere”.

Malatesta e l’amore?
“Nel terzo libro si parla d’amore, per il resto Malatesta è un solitario, un uomo abbastanza frantumato”.

Nei suoi romanzi, Ferrara non è solo l’ambientazione, ma è anche una lingua, un modo di pensare, una cultura ben precisa.
“I miei libri sono farciti di ferraresità, c’è la multietnicità di via Oroboni, c’è una connotazione precisa delle strade e dei quartieri, c’è, inoltre, il dramma del terremoto che è diventato un libro della serie. E poi il dialetto, la Spal e la memoria di Federico Aldrovandi da cui tutto è partito”.

Continuerà Malatesta?
“Eccome. Dopo il prossimo lavoro con cui sarò al Salone del Libro di Torino, vorrei raccontare la Spal, farle un tributo attraverso Malatesta e la sua vicenda”.

Dopo aver raggiunto con le prime tre indagini i quindicimila lettori, Malatesta. Indagini di uno sbirro anarchico – Termodistruzione di un koala, edizioni Koi Press 2013, è l’ultimo romanzo di Lorenzo Mazzoni, illustrazioni di Andrea Amaducci.

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.

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