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15 Gennaio 2018

Cattedrali vs miniere

Tempo di lettura: 2 minuti


di Federica Mammina

In origine furono i cinema a scomparire, con le loro scomode ma romantiche poltroncine, per far posto a grandi multisala tutte uguali. Una vera rivoluzione, con la triste conseguenza che molti di questi splendidi edifici vennero abbandonati o snaturati trasformandoli in esercizi commerciali.
Poi seguì un proliferare via via sempre più rapido di grandi catene multinazionali, che negli ultimi anni hanno completamente trasformato il volto delle nostre città rendendole un ripetitivo copia incolla. E così i negozi storici e le botteghe di una volta chiudono, schiacciati dalla concorrenza sempre più pressante e velocissima nel soddisfare i bisogni in continuo mutamento, le città divorano la natura e i panorami più suggestivi vengono sfigurati dalle opere dell’uomo sempre più imponenti.
Fino ad arrivare perfino alle ruspe che buttano giù una cattedrale per far spazio ad una miniera. È ciò che è accaduto qualche giorno fa in una piccola città del nord della Westfalia, dove una società energetica che possiede la miniera e le centrali elettriche che alimenta con il combustibile estratto, ha buttato giù la Cattedrale di San Lamberto consacrata nel 1891.
C’è chi dice che sia il prezzo da pagare per la modernità, e che a qualcosa si debba pur rinunciare. Ma di solito si rinuncia a cose superflue per far spazio alle novità, si rinuncia a qualcosa di cui non si ha bisogno per avere in cambio qualcosa che ci arricchisca.
Il problema è ancora non ho capito esattamente per avere cosa stiamo rinunciando alla natura, alle tradizioni, alla nostra identità culturale, alle nostre ricchezze.

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Redazione di Periscopio



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