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Da: Sindaco di Copparo, Fabrizio Pagnoni

CASE POPOLARI. LA LEGA SALVINI PREMIER SI MOBILITÀ SUL TERRITORIO PER
GARANTIRE ATTRAVERSO IL BUONSENSO LA MAGGIORE EQUITÀ

«È, molto semplicemente, una questione di giustizia». Così il sindaco di
Copparo Fabrizio Pagnoni, in qualità di coordinatore provinciale degli
Enti locali, introduce l’iniziativa Lega per Salvini Premier. I gruppi
consiliari presenteranno nei rispettivi Consigli comunali e delle Unioni
un ordine del giorno che chieda di integrare il Regolamento per
l’individuazione dei beneficiari delle Case popolari attraverso la
modifica dei parametri per l’assegnazione dei punteggi e con
l’inclusione, fra gli altri, del criterio della residenzialità storica.
«Il momento di emergenza sanitaria che stiamo attraversando si è
tradotto in una crescente difficoltà economica per le famiglie: lo
testimoniato i dati e lo viviamo quotidianamente noi amministratori, per
il contatto diretto con le nostre comunità che abbiamo ogni giorno –
spiega Pagnoni -. Nel rappresentare la prima linea difronte ai problemi
e alle esigenze dei concittadini, è nostra precisa responsabilità dotare
la collettività di tutti gli strumenti che possano garantire l’equità
sociale. Ecco perché la necessità e l’urgenza di mettere mano ai
regolamenti, affinché tutelino tutti, realmente e concretamente».
Così la residenzialità storica, introdotta nel regolamento dell’Unione
Terre e Fiumi nel dicembre 2019 con voto trasversale e unanime. Gli
effetti si vedranno nel prossimo futuro, dal momento che l’assegnazione
con la graduatoria approvata appunto l’anno prima terminava nel 2020,
prorogata a causa dell’emergenza epidemiologica: sarà stilata entro metà
febbraio la nuova.
«Ai cittadini dobbiamo assicurare uguale diritti, evitando che, di
fronte allo stato di bisogno, scatti una discriminazione nei confronti
delle famiglie italiane e di nuclei fragili, come gli anziani soli, i
padri separati, le famiglie con persone disabili, le monogenitoriali. La
volontà politica è quella di non lasciare, davvero, nessuno indietro, a
partire da quei cittadini che, con il loro lavoro hanno permesso negli
anni ai nostri territori di crescere e di garantire a tutti i la
possibilità di accedere ai servizi di welfare e che, invece, sono stati
penalizzati da parametri non più adeguati al contesto socioeconomico».

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