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Da: Regione Emilia Romagna

Casa. La Regione aiuta i cittadini che non riescono a pagare l’affitto: stanziati oltre 5 milioni, fino a un massimo di 12 mila euro a famiglia. La vicepresidente Gualmini: “Un sostegno concreto a chi non ce la fa senza avere alcuna colpa e per scongiurare la perdita dell’abitazione”

La Giunta approva la ripartizione nei territori delle risorse destinate agli inquilini morosi incolpevoli. Serviranno a saldare le rate scadute o a stipulare un nuovo contratto. I fondi provincia per provincia

Bologna- Non riuscire a pagare le spese di affitto per gravi difficoltà economiche e rischiare di perdere la propria casa causa sfratto. È la cosiddetta morosità “incolpevole”, dovuta, per esempio, alla perdita del lavoro, a una grave malattia, alla separazione dal coniuge, a un decesso in famiglia, a un bimbo che ha bisogno di attenzioni speciali.
Un aiuto concreto alle famiglie che si trovano in queste condizioni arriva dalla Regione Emilia-Romagna, che per il 2018 mette a disposizione dei Comuni oltre 5 milioni di euro provenienti dal Fondo nazionale per gli inquilini morosi incolpevoli.
L’aiuto ai nuclei in difficoltà e che hanno ricevuto un avviso di sfratto consiste in un contributo pro capite, fino a un massimo di 12 mila euro, per stipulare un nuovo contrattodi locazione o perriuscire a pagare una parte delle spese pregresse, guadagnando tempo utile a trovare una soluzione definitiva, oppure come deposito cauzionale per una nuova casa.
Per ottenere l’aiuto, sono naturalmente previste alcune precondizioni, tra cui una soglia massima di reddito e l’avere un contratto regolare di affitto.

“Il ricorso al Fondo per la morosità incolpevole consente di dare respiro alle famiglie che vivono in abitazioni in affitto il cui importo incide fortemente sul reddito familiare, compromesso dalla precarietà, dalla disoccupazione o da gravi eventi della vita- sottolinea la vicepresidente con delega alle Politiche abitative, Elisabetta Gualmini-. Un aiuto concreto che si affianca agli altri interventi per contrastare la povertà, che come Regione abbiamo attivato in questi anni. Il nostro obiettivo prioritario- conclude la vicepresidente- è infatti costruire intorno alle persone o alle famiglie in difficoltà una rete di relazioni e di opportunità, in modo da offrire prospettive di crescita e di miglioramento della propria condizione di vita”.

La Giunta regionale ha definito la ripartizione delle risorse tra i 39 Comuni classificati come ad ‘alta tensione abitativa’: quelli in cui si riscontra la maggiore richiesta di alloggi e dove l’ammontare degli affitti è più alto. Le risorse vengono suddivise tra i Comuni in proporzione al numero delle famiglie residenti e a quello dei provvedimenti di sfratto emessi per morosità (dati raccolti dal ministero dell’Interno e riferiti al 2017).

Le risorse ai territori

Nella provincia Bologna, dove risiedono 484 mila nuclei famigliari (sugli oltre 2 milioni in regione) e dove arriveranno 1,4 milioni di euro, sono state quasi 1.200 le famiglie (4.365 in Emilia-Romagna) sfrattate per morosità. Per quanto riguarda le altre province, a Modena sono stati assegnati 854 mila euro (301 mila famiglie residenti e quasi mille sfratti); a Reggio Emilia 573 mila euro (226 mila famiglie e 559 sfratti); a Ravenna 451 mila euro (178 mila famiglie residenti e 320 sfratti); a Forlì-Cesena 441 mila euro (170 mila famiglie residenti e 351 sfratti); a Parma 414 mila euro (203 mila famiglie residenti e 465 sfratti); a Rimini 372 mila euro (145 mila famiglie residenti. Non sono arrivati al ministero i dati relativi ai provvedimenti di sfratto); a Ferrara 349 mila euro (162 mila residenti e 260 sfratti); infine, Piacenza, che ha ricevuto risorse per 324 mila euro (128 mila famiglie residenti e 256 provvedimenti di sfratto).

Chi può chiedere il contributo

Potrà accedere al sostegno chi si trova in difficoltà economiche oggettive, tali da non riuscire più a sostenere la spesa per l’affitto. Condizione necessaria è essere in possesso di un contratto di locazione regolarmente registrato, un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superiore ai 26 mila euro e quello di situazione economica (Ise) non superiore a 35 mila euro; inoltre, occorre essere cittadini italiani o di area Ue e, se extraeuropei, in possesso di regolare permesso di soggiorno.

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