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“La Nuova Carife è stata venduta a Bper per 1 euro, è una soluzione bella e brutta – afferma Alberto Dolcetti -. Bella perché si è trovato un soggetto che ha acquisito la nostra banca, altrimenti destinata a sparire. La parte brutta è che con questa soluzione, pur assicurando il futuro della banca, non si sono sanati i conti dei creditori danneggiati in precedenza. Ci si avvia verso la normalizzazione, ma la partita non si può ancora considerare chiusa”. Dolcetti, con Ubaldo Ferretti, ha di recente costituito il Gruppo Risparmiatori Associati, un nuovo gruppo a tutela degli interessi lesi. “La nostra rivendicazione – spiega – è rivolta principalmente nei confronti della Banca d’Italia: vorremmo ottenere facilitazioni a ristoro degli ex azionisti, tanto più che il loro comprensibile allontanamento dalla nuova Carife comporta un oggettivo impoverimento anche per l’istituto”.

Ma perché avete avvertito la necessità di dare vita a un altro gruppo di pressione a tutela dei creditori Carife? A suo giudizio cosa avrebbero dovuto fare e non hanno fatto quelli già esistenti?
Noi agiamo nella pluralità, al di là dei soli azzerati. Ci impegniamo a salvaguardia degli interessi della collettività e ci siamo proposti di occupare uno spazio diverso per la rivendicazione: la tragedia di 30mila famiglie è la tragedia di una città. Ricordiamo sempre che la banca operava anche a livello sociale e comunitario, svolgendo una preziosa opera di sostegno a vantaggio di soggetti e iniziative locali. Attraverso la Fondazione parte degli utili era distribuita ad associazioni culturali e sportive a appannaggio dell’amministrazione comunale, per finanziare mostre, come quelle di Palazzo del Diamanti e vari progetti di interesse generale.
Ma voglio sottolineare che io e il professor Ferretti collaboriamo anche con gli altri gruppi e insieme agiamo per la tutela e la salvaguardia dei risparmiatori e che nel complesso valutiamo positivamente l’operato degli altri soggetti già presenti e attivi.

Come vi state muovendo?
Il nostro scopo è ottenere la realizzazione degli obiettivi proclamati dal vice ministro Morando, che il 4 aprile 2016 disse che il governo era impegnato a svolgere una serie di interventi: 1) Allargare le maglie per i ristori degli obbligazionisti 2) Posto che la legge prevede nulla per gli azionisti della vecchia banca, data la particolarità della situazione, vediamo attraverso un’azione di persuasione morale di sollecitare un impegno dell’acquirente anche nei loro confronti. 3) Poiché il territorio ha avuto un danno, gli enti locali definiscano progetti concreti che il governo possa recepire rendendo disponibili fondi per lavori e interventi pubblici…
Non abbiamo iscritti e quando ci muoviamo lo facciamo convocando assemblee, la partecipazione è libera, chiunque è il benvenuto. Vogliamo sensibilizzare il territorio. Abbiamo contattato tutte le organizzazione esattoriali, cooperative, artigiani, agricoltori…

Azzerati, risparmiatori, azionisti, obbligazionisti, cittadini e imprese… che tipo di feedback avete ricevuto da loro? Quali sono gli stati d’animo?
Ho partecipato a molte assemblee, c’è una certa dose di insoddisfazione, qualcuno ritiene chi in questi mesi non si sia fatto abbastanza e che si sarebbe dovuto dare maggiormente battaglia.

Che sensibilità cogliete e che segnali giungono dal territorio ferrarese? Avete avuto contatti con altre realtà associative o politiche?
I partiti di minoranza si sono mossi, si è invece mosso meno bene e con ritardo quello di maggioranza. Ferrara per questo è molto critica nei confronti del partito di governo municipale. Certo, ci sono responsabilità a livello locale, ma soprattutto a livello nazionale. Penso alla Banca d’Italia ad esempio. I segnali che ci arrivano sono di sostegno e partecipazione al nostro impegno, anche da parte dell’amministrazione comunale.

Ora l’interlocutore è Bper…
Sì, sta arrivando per noi il momento dell’azione mirata e stiamo valutando – su proposta anche di altre organizzazione – il coinvolgimento delle varie componenti locali, a partire dall’Amministrazione comunale e dalla Camera di commercio, per agire di concerto e propiziare ristori anche per gli azionisti. In questa direzione per sollecitare Bper serve un’azione concertata e congiunta degli enti pubblici e delle vari componenti locali più rappresentative. Vorremmo poi aggregare i vari gruppi degli azzerati e creare così le condizioni affinché i partiti e le forze sociale possano organizzarsi su un piano comune e far sentire la loro voce.

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Mattia Rizzati



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