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10 Aprile 2020

Care e cari ferraresi

Tempo di lettura: 3 minuti


Da: Il Prefetto di Ferrara

Lettera aperta
Care e cari ferraresi, siamo giunti alla Pasqua che quest’anno ci trova cambiati e contribuirà a cambiarci. Questa Pasqua sembra arrivare in punta di piedi, come un soffio all’improvviso, ci raggiunge in una comune situazione di crescente povertà, reclusi dietro le sbarre della paura del contagio ma affamati e assetati di aria, di sole, di passeggiate sotto il cielo, di fiori e di colori, di abbracci e sorrisi aperti. Mai come ora dovremmo sentirla più forte nei nostri cuori come Resurrezione, come autentica celebrazione della “certezza della vita”. Voglio dedicare, innanzitutto, un pensiero speciale e di profondo cordoglio a coloro che abbiamo dovuto salutare per sempre, per colpa di questo nemico distruttivo e invisibile, e ai loro familiari, privati nel loro immenso dolore anche dell’ultimo saluto. La Prefettura di Ferrara è impegnata in queste settimane con tutte le sue forze, come tutti voi, in un’azione di contrasto alla pandemia provocata dal virus e di difesa della salute di tutti i cittadini e del futuro delle famiglie. Tutte le Istituzioni della provincia hanno improntato il loro continuo e incessante lavoro a meccanismi di sinergia virtuosa ed azioni condivise, spinti dall’urgenza e dalla necessità di dare una risposta efficace all’emergenza sanitaria in corso. In prima linea ci sono i medici, gli operatori sociosanitari e i volontari di protezione civile impegnati a fare scudo, spesso con i loro stessi corpi, contro l’aggressione di questo nemico impercettibile ma micidiale. Insieme a loro, operano senza sosta le forze dell’ordine, che hanno garantito e garantiscono in tutti i centri della nostra provincia il rispetto delle rigide ma necessarie regole di comportamento imposte a ciascuno dall’emergenza. Nei piccoli e grandi centri del nostro territorio coloro che hanno una responsabilità pubblica o sociale – dai sindaci, ai medici, agli insegnanti, ai volontari, agli esercenti del comparto alimentare, ai servizi essenziali, alle autorità religiose – sono impegnati anche al fianco di chi è stato costretto a sospendere la propria attività. E’ necessaria la solidarietà di tutti; la Prefettura è assieme a tutti voi in questa battaglia, si sta impegnando per cercare di facilitare in ogni modo il rapporto di ogni cittadino con i poteri statali e locali, per la vita e la resistenza in questa drammatica fase che ha colpito non solo il nostro Paese ma il mondo intero. Dobbiamo avere la consapevolezza che i duri sacrifici – anche economici – per la nostra vita quotidiana sono necessari non solo in nome dell’obbedienza alle leggi, ma della comune salvezza delle nostre famiglie e dei nostri cari. I nostri comportamenti quotidiani, e anche le nostre rinunce, sono la condizione fondamentale per resistere, sopravvivere, ritornare alla normalità. Per questo, è necessario continuarlo a ripetere, dobbiamo restare a casa! Sono profondamente convinto che la tragedia collettiva che stiamo vivendo possa e debba lasciare il passo al tempo dell’impegno per costruire un mondo migliore, un mondo fatto di affetti, di rispetto della natura e delle specie che la popolano e, soprattutto, di reciproco aiuto. Per vincere dobbiamo unire le nostre forze, le nostre esperienze e i nostri sorrisi, solo così ritorneremo, finalmente, mano nella mano nelle scuole, per le strade e le piazze delle nostre città e potremo stringerci per sognare di nuovo insieme. La Pasqua è da sempre simbolo di rinnovamento e di rinascita, della vita che sconfigge la morte, della luce che rischiara il buio. Il mio augurio per voi tutti è proprio questo: che la luce, i colori, il profumo della vita tornino ad irrompere e a riempire le nostre vite di tutti i giorni, che la speranza lasci il campo alla certezza. In queste giornate senza spazio e senza tempo mi è capitato di riprendere tra le mani una delle più famose e illuminanti opere della letteratura mondiale di tutti i tempi, ma che sembra raccontare meglio di ogni altra la nostra realtà: “La peste” di Albert Camus. Ci sono due passaggi, in particolare, che vorrei condividere con tutti voi: “Cosa naturale, è il microbo. Il resto, la salute, l’integrità, la purezza […] è un effetto della volontà e di una volontà che non deve mai arrestarsi”. E infine: “io mi sento – afferma il medico protagonista della storia – più solidale coi vinti che coi santi. Non ho inclinazione, credo, per l’eroismo e per la santità. Essere un uomo, questo m’interessa”. Buona Pasqua a casa a tutti voi, care e cari ferraresi. Vinceremo insieme la nostra battaglia di italiani!

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PROVINCIA DI FERRARA



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