“Domani, lunedì 20 dicembre, il consigliere Fabio Bergamini presenterà in Assemblea legislativa una interrogazione alla Giunta regionale chiedendo un aumento del personale penitenziario impiegato al carcere di Ferrara. Bene che anche la Lega con i suoi consiglieri dimostri attenzione al tema, ma la richiesta è tardiva e sufficiente”. A dichiararlo sono i consiglieri di maggioranza Marcella Zappaterra, capogruppo del Partito Democratico, e Federico Amico, presidente della Commissione Parità e diritti ed esponente di Emilia-Romagna Coraggiosa.
“Portare all’attenzione della Regione quanto accade nelle carceri dell’Emilia-Romagna è quanto da molti mesi la maggioranza sta facendo. – ricordano i consiglieri che ribadiscono come – In particolare, rispetto al carcere dell’Arginone a Ferrara, avevamo già sollecitato la giunta a intervenire perché non si procedesse all’insediamento di un nuovo padiglione in quanto la costruzione di nuovi spazi non è affatto garanzia né di riduzione del sovraffollamento, né di implementazione del personale penitenziario”.
“In questi mesi i gruppi di maggioranza hanno seguito e sollecitato alla priorità sia la campagna vaccinale per i reclusi e il personale penitenziario, sia, in collaborazione con il Garante Regionale Marcello Marighelli, monitorato lo stato delle carceri regionali che da lungo tempo versa in una condizione di sovraffollamento strutturale”.
“Gli episodi di esasperazione tra le celle sono senz’altro da ricondurre a una situazione da troppo tempo critica cui l’amministrazione penitenziaria non sta rispondendo prontamente” scandiscono i consiglieri di Pd ed Emilia-Romagna Coraggiosa che ricordano come in una risoluzione approvata lo scorso ottobre, a firma Zappaterra e Amico, si sottolineava come al conclamato problema di sovraffollamento si aggiunga un sottodimensionamento del personale carcerario di polizia e dei servizi educativi, con conseguenze pericolose sia dal punto di vista della diffusione pandemica – come è stato il caso degli elevati contagi da Covid19 nell’ultimo anno – sia sul fronte di episodi di violenze e rivolte avvenute nelle carceri italiane.
“La risoluzione, approvata anche dalla Lega che riottosamente aveva espresso il suo voto favorevole, ha impegnato la Regione Emilia-Romagna a perorare il superamento di modelli di gestione eccessivamente centralizzati, ritenendo necessario un maggiore coordinamento con le Regioni anche per le dotazioni penitenziarie” proseguono.
“Chiedere semplicemente di aumentare l’organico della polizia penitenziaria per una maggiore capacità repressiva non è sufficiente – chiariscono Zappaterra e Amico aggiungendo – Fortemente carente è anche quel personale socioeducativo che avrebbe il compito di avviare i reclusi al reinserimento e alla riduzione della recidiva. Le carceri emiliano-romagnole necessitano di interventi importanti a cui lo Stato non può sottrarsi: per la manutenzione, per l’accrescimento e la qualificazione dell’organico, non solo di polizia, nel mettere in atto tutte quelle forme alternative alla detenzione per i reati minori, che allenterebbero la pressione sulle case circondariali e che possono rappresentare una vera opzione perché la giustizia sia effettivamente riparativa”.
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