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Cappelli ricami: una storia lunga tre generazioni, ma anche uno sguardo rivolto al futuro

Da: Ufficio Stampa del Comune di Bondeno

Le sfide dell’alta moda sono sempre più impegnative, ma il ricamificio Cappelli è pronto ad accettarla. La realtà di via Carlo Ragazzi, a Bondeno, è attiva si dagli anni Sessanta e da tre generazioni lavora per la moda. In particolare, il presente è dedicato all’alta gamma. «Siamo partiti con i classici ricami sui grembiulini e i capi da bambino, ma da diversi anni ci siamo rivolti ai grandi marchi della moda, per quel che concerne capi di importanti firme, borse ed accessori», dice Paolo Cappelli, che guida l’azienda di famiglia fondata dal padre Delson Cappelli e dal cognato Roberto Rinaldi, assieme alla moglie Roberta Zanca ed ai figli Alessio e Nicola. «Nel mercato del ricamo – racconta Paolo Cappelli – facciamo solo primissime linee: borse, scarpe, persino ciabatte. Ora, le commesse che abbiamo ricevuto impongono di quadruplicare nel breve periodo la produzione». Si profila, per questa ragione, un investimento importante in termini di macchinari. I quali, nel corso del tempo, sono passati rapidamente da strumenti puramente meccanici, ad altri di tipo ottico, fino alla rivoluzione digitale e dell’industria 4.0: i disegni caricati in rete vengono condivisi e i macchinari provvedono a cucire, tagliare e rifinire i prodotti, con l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia, compreso il laser. «Nonostante l’alto grado di automazione, manteniamo un certo livello di presenza di lavoro manuale che garantisce la qualità, nel nostro lavoro», dicono i titolari dell’azienda storica nel campo dei ricami. La quale, nel breve periodo, ha la necessità di assumere 30 dipendenti (offerte di lavoro rivolto a donne, di età compresa tra i 18 e i 45 anni). «Senza particolari competenze pregresse – assicura Paolo Cappelli – in quanto siamo soliti offrire una formazione sul campo, che si svolge direttamente qui in azienda». Attualmente, per capirsi, l’impresa tessile è in grado di produrre circa 40-50 borse di alta gamma la settimana, ma la necessità del mercato impone di portare il quantitativo prodotto ad almeno 150 esemplari. «Cappelli Ricami – dicono il sindaco Fabio Bergamini e il vicesindaco con delega alle attività produttive, Simone Saletti – è un’azienda di eccellenza del nostro territorio, che opera storicamente da noi continuando a produrre posti di lavoro, in modo peraltro sostenibile, ed aggredendo la crisi con la tecnologia e l’innovazione. Crediamo che l’opportunità che verrà offerta a 30 neo-lavoratrici sia l’esempio di come puntare sulla qualità garantisca un valore aggiunto. Proprio il ricamificio – assicurano Bergamini e Saletti – sta usufruendo dello stesso bando comunale per la stabilizzazione del lavoro a tempo determinato, affinché i contratti siano riconvertiti in rapporti a tempo indeterminato». Le domande per i trenta posti disponibili possono già essere inoltrate alla segreteria dell’azienda, assieme al proprio curriculum. Per consentire a Cappelli Ricami di continuare a crescere.

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)