Cappellari, da un secolo sinonimo di formazione professionale. Il lavoro come vocazione
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Una tradizione ultracentenaria tramandata dal nonno ai nipoti, un cammino aziendale che parte nel primo Novecento con corsi di stenografia e approda nel nuovo millennio con una formazione orientata al mondo del web e a tanto altro. L’Istituto Cappellari di Ferrara è una delle più antiche realtà italiane nell’ambito della formazione professionale e, negli ultimi anni, si è affermata tra le aziende leader a livello nazionale. Nato nel 1909 dalla passione per la stenografia di Pilade Cappellari, l’istituto si è notevolmente espanso nel dopoguerra grazie al figlio Oreste che introdusse anche le materie amministrativo-contabili. L’avvento delle super tecnologie e i cambiamenti nel mondo del lavoro ne hanno poi trasformato la fisionomia più e più volte, ma l’azienda ha sempre mantenuto salda l’idea originaria: dare alle persone la massima possibilità di essere impiegate.
I fratelli Andrea e Marco Cappellari, subentrati al papà Oreste nella gestione dell’Istituto, ce ne raccontano la storia e l’evoluzione.
Com’è nata l’avventura imprenditoriale della famiglia Cappellari?
Marco – La storia dell’Istituto parte da lontano, dalla passione di Pilade Cappellari, mio nonno, grandissimo cultore della stenografia, che cominciò nel 1909 a tenere lezioni nella propria abitazione di via Fossato dei Buoi. Era l’epoca in cui c’erano i grandi sistemi stenografici (per chi non lo sapesse più, tipico sistema di scrittura veloce che impiega segni, abbreviazioni o simboli per rappresentare lettere, suoni, parole o frasi), che venivano insegnati anche nelle scuole pubbliche; ma lui andò oltre, inventando e brevettando negli anni ’30 un nuovo sistema che chiamò Tipostenografia: sui tasti di una macchina da scrivere manuale, mise i simboletti stenografici.
Introdusse quindi anche corsi per insegnare il suo nuovo sistema?
Marco – Certo, e cercò di diffonderlo ma purtroppo in questo non ebbe fortuna perché la macchina faceva troppo frastuono e la stenografia, in effetti, aveva senso nel silenzio più assoluto, con una scrittura a penna. Ad ogni modo, in soffitta conserviamo ancora una di queste macchine con cui partecipò anche a gare e premi, e abbiamo foto che lo ritraggono con la sua invenzione nelle sale del Castello Estense. L’impresa del nonno Pilade è diventata un po’ il mito su cui si è costruita la storia dell’istituto.
Un aneddoto di questa storia unica e affascinante?
Marco – Si racconta ancora, in famiglia, che una volta il nonno regalò una delle sue macchine a Vittorio Emanuele che, come ringraziamento, gli inviò una lettera di cui conserviamo ancora la copia originale.
Questa l’origine dell’azienda. Poi come vi siete evoluti durante il Novecento e negli ultimi e concitati anni di trasformazioni tecnologiche?
Marco – Ai corsi di stenografia di sono presto aggiunti quelli di dattilografia perché con entrambe queste competenze le donne in cerca di lavoro, all’epoca, trovavano immediatamente un impiego come segretarie. Nel dopoguerra, il figlio di Pilade, mio padre Oreste, ha ampliato l’attività formativa aggiungendo tutte le materie amministrative e contabili in modo da preparare impiegati pronti per essere inseriti nelle aziende. Fu proprio in quegli anni che, dopo aver cambiato varie sedi, fu acquistata la sede di via Savonarola, dove siamo tuttora. Nei decenni l’azienda si è trasformata ed evoluta adeguandosi ai grandi cambiamenti del mondo contemporaneo. Ora l’Istituto non ha più nulla a che fare con gli esordi di inizio Novecento, se non nel Dna, ossia fare di tutto per aumentare le chance di occupabilità delle persone.
Torniamo ancora un momento a tuo padre: che formazione aveva? fino a quando ha lavorato nell’Istituto?
Marco – Oreste Cappellari era laureato in Economia e commercio, insegnava la mattina nella scuola pubblica (tutte le sue allieve dell’Einaudi e del Monti lo ricordano con affetto), il pomeriggio, la sera e nel week end nella sua scuola. Lui è del ’26, ora ha 88 anni ma fino a che la salute glielo ha permesso, ossia fino a circa cinque anni fa, è sempre venuto a scuola. Aveva già da tempo passato il testimone a me e mio fratello ma seguiva le attività dell’istituto sempre con grande passione.
Come avete vissuto i grandi cambiamenti?
Marco – Io ricordo con un velo di tristezza il giorno in cui, una ventina di anni fa, un camion venne a caricare un gran numero di macchine da scrivere come fossero ferro vecchio. Però il passaggio dalle macchine da scrivere ai computer fu ovviamente un cambiamento necessario e fondamentale per dare continuità alle nostre attività di formazione, come tutti quelli che si sono susseguiti negli anni successivi. Tutt’ora ci chiediamo come evolveremo da qui a 10 anni, perché tutto accade in modo sempre più rapido.
Com’è cambiato il vostro lavoro negli anni?
Andrea – Moltissimo. Fino ai primi anni Novanta c’erano ancora le macchine da scrivere, poi, quando ha cominciato a diffondersi l’ambiente Windows, abbiamo rivoluzionato la nostra strumentazione e introdotto corsi di informatica. Poi l’informatica è diventata un bene di largo consumo e quindi sono subentrate le tecnologie applicate all’informatica come i corsi Cad (di progettazione computerizzata). Infine, negli ultimi anni, abbiamo introdotto corsi legati al vasto mondo del web che sono diventati un po’ la nostra specialità, e che vanno dalla grafica di Internet alla grafica editoriale, dalla progettazione di siti web al web marketing, dalla programmazione web all’e-commerce; tutto questo filone è diventato il nostro punto di forza, parallelamente al mondo amministrativo-informatico che è il nostro prodotto classico.
Siete assolutamente al passo coi tempi…
Marco – Continuiamo a cambiare pelle, direi mese per mese. Rinnovarsi è necessario perché il nostro obiettivo è trovare un impiego alle persone che cercano lavoro, quindi dobbiamo sempre essere attenti, aggiornarci e capire che tipo di figura professionale manca nel mercato del lavoro e, di conseguenza, sviluppare corsi di formazione di qualità in quel settore specifico. Questo avviene anche grazie alla collaborazione con le associazioni di categoria che ci segnalano le figure professionali che mancano o che si fatica a trovare.
Andrea – Sempre per andare incontro alle richieste del mercato, dal 2010 abbiamo cominciato a sviluppare un nuovo ambito legato al settore sanitario perché, in collaborazione con le associazioni di categoria provinciali Andi (Associazione nazionale dentisti italiani) e Aio (Associazione italiana odontoiatri), abbiamo capito che non esistevano corsi di qualifica professionale che formassero assistenti di studio (fino ad allora le assunzioni avvenivano per passaparola o per amicizia). Risale al 2012 il primo corso per Assistenti di studio odontoiatrico e al 2013 il primo corso per Oss (Operatore socio-sanitario), per i quali abbiamo allestito aule attrezzate ad hoc, complete della strumentazione e dei dispositivi necessari per la parte pratica; in più, questi corsi prevedono visite outdoor presso strutture e studi sanitari, per combinare al meglio l’aspetto teorico a quello pratico.
Il vostro è un super sito e si nota l’attenzione alla comunicazione e ai contatti…
Andrea – Il sito web dell’istituto è visitato da oltre 200 utenti al giorno e vengono inoltre inviate newsletter informative alle migliaia di utenti registrati. L’Istituto Cappellari è inoltre presente con una proprio pagina su Facebook.
Oggi parlare soltanto di Cappellari non è corretto perché voi da alcuni anni siete un gruppo di tre aziende, Cappellari, Infomedia e l’editrice Work Press. Come mai questa diversificazione?
Marco – L’Istituto Cappellari è l’azienda capofila e cura l’area dei corsi a carattere amministrativo, corsi di qualifica professionale e corsi per la preparazione ai concorsi pubblici, attività che pratichiamo dal 2011, e che è diventata di carattere nazionale grazie alla formazione a distanza: per questi ultimi organizziamo corsi anche in altre città e, con grande soddisfazione, ad oggi siamo leader italiani nella preparazione ai concorsi pubblici. L’istituto Cappellari però eroga solo corsi a mercato, ossia a pagamento.
Andrea – La seconda azienda del gruppo, Infomedia (fondata nel 1997 dallo stesso Istituto Cappellari), è invece un ente di formazione accreditato presso la Regione Emilia Romagna che ha come oggetto le attività formative finanziate. Ha sede sempre in via Savonarola, ma si occupa solo delle attività formative finanziate (da enti, Unione europea, fondi paritetici professionali) perché essendo un ente accreditato dalla Regione (come Iscom, Ecipar, La città del ragazzo, per fare solo qualche esempio) ha la titolarità dei progetti formativi finanziati e/o regolamentati che rientrano nel repertorio delle qualifiche regionali. Per capirci, il corso Oss, che è una figura regolamentata, lo gestisce e eroga Infomedia, non l’Istituto Cappellari. Stessa cosa per i corsi di qualifica per Agenti di commercio o per Preposti alle sale bingo.
I corsi finanziati possono essere sia per la formazione al lavoro e si svolgono in sede, sia per la formazione aziendale e si svolgono all’interno delle aziende: una volta identificato il fabbisogno formativo ci attiviamo per reperire i fondi e avviare la formazione che, a volte, viene fatta dagli stessi consulenti interni alle aziende (antincendio, sicurezza, etc.), a volte con i nostri che si spostano presso le aziende allestendo vere e proprie aulette dove svolgono corsi di formazione linguistica, informatica, web, etc.
Marco – Poi abbiamo fondato la terza azienda del gruppo, Work Press, che gestisce il portale Bollettino del lavoro.it. Nata nel 1993 come rivista cartacea a diffusione nazionale, il Bollettino del lavoro, negli anni si è trasformata mille volte e ora continua in formato digitale con 52.000 abbonati gratuiti, 50.000 followers tra Facebook e Twitter. Con quest’attività di informazione sul mondo del lavoro segnaliamo ai nostri utenti le aziende che assumono e gli enti che emettono bandi di concorso.
Entrambi avete seguito le orme del padre e del nonno, è stata una scelta naturale?
Sì certo, nessuno ce l’ha mai imposto. Ci siamo entrambi laureati in Economia e commercio e, respirando l’aria della scuola fin da piccoli, abbiamo provato ad inserirci e ci è piaciuto. Siamo contenti di proseguire l’attività di famiglia e che il passaggio generazionale sia avvenuto con successo, cosa affatto scontata perché tante attività muoiono perché manca la prosecuzione da parte dei figli. Questo è un problema grave che viene spesso segnalato dalle associazioni di categoria come Confartigianato o Cna e su cui si cerca di fare anche una serie di iniziative dedicate.
Marco, un’ultima domanda: tu lavori nell’Istituto dal 1992, un osservatorio unico e continuo sul mondo del lavoro nel ferrarese, un po’ un centro per l’impiego. Com’è cambiata, se è cambiata, l’utenza negli anni?
Quello che notiamo di più è la sempre minore flessibilità al cambiamento da parte di chi cerca lavoro. A dire il vero questo è l’eterno problema nel mercato del lavoro, perché il grande scoglio e che una persona arriva da noi con una percezione del lavoro totalmente illusoria, cercando “quel determinato lavoro” anche se quel lavoro non esiste. Questo atteggiamento deriva da luoghi comuni, effetti mediatici, idee inculcate da certi percorsi scolastici e universitari avulsi dalla realtà, che illudono le persone su percorsi difficilmente o affatto percorribili, su un futuro che non esiste. Ci sono grandi responsabilità a monte. A questo proposito, se posso esprimere il mio modestissimo parere, credo che le dichiarazione del Governo sulla riforma della scuola siano molto positive perché mirano a disegnare una scuola più ritagliata sul mondo reale.
Andrea, per arginare questo grande gap, cosa proponete in termini di formazione?
Noi cerchiamo proprio di riempire questa mancanza, proponendo corsi assolutamente legati alle richieste da parte del mondo del lavoro, rimanendo sempre in stretto contatto con le associazioni di categoria. Noi dichiariamo sempre agli utenti quali sono stati i risultati in termini di ‘placement’, ossia quante persone al termine del nostro corso hanno ottenuto un impiego. Per fare un esempio, è stata inaugurata qualche giorno fa la quarta edizione del corso per Oss (Operatori socio-sanitari), un ambito di competenze che noi non avremmo mai pensato di insegnare e che invece ha oltre il 50% di ‘placement’, un risultato molto incoraggiante.
Per saperne di più visita il sito dell’Istituto Cappellari e [vedi] e la pagina Facebook [vedi].
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Sara Cambioli
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