Capovolti
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Linea 77 – Sempre meglio
Vedere tutto capovolto e sentirsi in qualche modo colpevoli. Non è teoria, è pratica. Ci sono tante massime, ma questa resta quella più indicata a descrivere l’Italia da ogni punto di vista. E visto che il Belpaese è famoso per la sua musica, proprio dalla musica proviene tale ‘dipinto’ metaforico, che non lascia scampo a dubbi, da una band nata e cresciuta nella città che fu, tra l’altro, la prima capitale del Regno d’Italia: Torino. Non c’è da sorprersi se, quindi, proprio da lì proviene una semplice frase che può delucidarsi su tutto ciò che ci circorda nella nostra amata penisola: “E mi ritrovo a vivere in un paese all’incontrario, dove tutto precipita perché qui, nessuno sbaglia mai”. Proprio questo è il destino della nostra amata Italia, quello di avere un popolo di “tutto fare” e “tutto so”, portati avanti dall’esperienza del “secondo me”, ma mai troppo avvezzi all’altare del “è colpa mia”. Non ci resta che ascoltare…e riflettere.

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Jonatas Di Sabato
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani