Canale Emiliano Romagnolo: 26 milioni di euro per “straordinari lavori di manutenzione”, si inizierà dall’impianto Palantone a Bondeno
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Da: Ufficio Stampa Consorzio Emiliano Romagnolo
Dopo anni di servizio ininterrotto senza alcuna sosta il CER è “fermo” in inverno per i primi importanti lavori straordinari sui rivestimenti del canale. Il Canale infatti con i suoi 135 km oltre ai 16 del primo tratto del Cavo Napoleonico é il canale più lungo d’Italia, ma le elettropompe dell’impianto principale sul Po, il Palantone, hanno decine di migliaia di ore di funzionamento e i vecchi rivestimenti del primo tratto costruito negli anni ‘60 iniziano a degradarsi.
Il Consorzio ha quindi deciso di fermare il sollevamento delle acque di Po per iniziare la manutenzione delle lastre di rivestimento in un tratto di circa 3 km con un costo di soli 800.000 euro.
Non è ovviamente possibile ricostruire il rivestimento durante il flusso idrico. É un primo lavoro già avviato sul Canale che interesserà i comuni di Castello d’Argile, San Pietro in Casale, San Giorgio di Piano e Bentivoglio e che consentirà anche di valutare le eventuali criticità e le ripercussioni della sosta invernale che nei prossimi 4-6 anni interesseranno i mesi di novembre dicembre, gennaio e febbraio. Oltre alla sistemazione delle lastre su un ulteriore tratto iniziale di circa 3,5 km si provvederà al riammodernamento e potenziamento dell’impianto Palantone sul Po anche implementando le elettropompe sino a raggiungere la dotazione concessa di prelievo da Po di 68 mc/sec. (68000 litri al secondo).
I lavori saranno permessi da finanziamenti del Ministero Economie Finanze basati su economie conseguite dal Consorzio negli anni passati. Nei prossimi anni si avvieranno altri interventi sul sistema CER capaci di consolidare ulteriori tratti del rivestimento, ampliare le aree irrigue, proseguire il Canale nel riminese sino alla vasca finale Fontanaccia (137°chilometro) e iniziare un’azione di sostituzione di modifica delle paratoie di derivazione per renderle “intelligenti” cioè gestibili da remoto con sicuro miglioramento dell’efficienza del sistema.
Questa interruzione del flusso idrico pur determinando problemi é assolutamente necessaria per non rischiare interruzioni di sollevamento e trasporto nel periodo marzo-ottobre nel quale eventuali rotture porterebbero a gravi ripercussioni economiche e sociali al territorio regionale. Oggi, infatti, il CER alimenta i consorzi associati su una superficie agraria di 200.000 ettari con oltre 300 milioni di metri cubi d’acqua rendendo possibile l’agricoltura anche se soggetta al cambiamento climatico, alimenta potabilizzatori romagnoli ed emiliani con circa 24 milioni di metri cubi di acqua grezza assicurando la tenuta degli usi civili e turistici anche nelle annate più siccitose, porta acqua a realtà industriali ed agroindustriali di rilevante importanza e contribuisce ad alimentare aree umide di alto valore naturalistico.
Massimiliano Pederzoli, Presidente del CER, sottolinea “I lavori in corso e quelli programmati per i prossimi anni daranno garanzia d’acqua al territorio determinando un notevole incremento di valore alle produzioni agricole ed agroindustriali, contribuendo fortemente ad alleviare gli effetti negativi del cambiamento climatico in gran parte dell’Emilia-Romagna”.
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