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da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

Saldi positivi per commercio (+57), turismo (+47) e servizi alle imprese (+19); 1 ogni 2 è una impresa individuale.

Sul fronte delle crisi d’impresa, il trimestre da poco concluso offre segnali anche più incoraggianti. Le aperture di nuove procedure fallimentari si sono infatti fermate al valore di 12, 13 in meno dello stesso trimestre del 2014, mentre quelle di concordati preventivi (5) hanno fatto registrare una frenata ancora più netta (7 in meno rispetto a dodici mesi fa). La contrazione ha riguardato tutti i settori e le forme giuridiche.
E’ questo il quadro di sintesi sulla nati-mortalità delle imprese ferraresi nel secondo trimestre dell’anno, fotografata dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara.

IL QUADRO GENERALE:
Guardando alla dinamica dei secondi trimestri dell’ultimo decennio, quello del 2015 evidenzia un progressivo riposizionamento del sistema imprenditoriale – almeno in termini di vitalità anagrafica – verso i numeri degli anni ante-crisi. A fronte del record segnato dalle cessazioni nello scorso trimestre (le 878 del trimestre scorso sono le più basse in assoluto di tutto il decennio rilevate nei primi tre mesi dell’anno), le iscrizioni fanno fatica a riprendere quota e segnano il secondo risultato meno brillante della serie riferita al secondo trimestre dell’anno (le 520 di aprile giugno sono migliori solo di quelle dello stesso periodo del 2014). Ciò detto, il saldo realizzato nei mesi primaverili di quest’anno appare in ripresa, e soprattutto migliore degli ultimi tre anni.
Situazione meno brillante per le imprese artigiane il cui saldo, seppur positivo, si colloca ancora nella parte più bassa della serie (per l’esattezza, il penultimo valore), con un tasso di iscrizione molto basso. Il numero di nuove apertura supera di sole due unità il corrispondente valore delle chiusure che nel tempo rimane più stabile.
LE FORME GIURIDICHE:
In termini assoluti sono state soprattutto le Imprese individuali e le Società di capitale a contribuire in misura prevalente alla formazione del saldo positivo del trimestre determinandone, rispettivamente, il 47% le prime e il 45% le seconde. Anche se per entrambe queste forme giuridiche si registrano saldi positivi, più dinamiche appaiono le Società di capitale, cui si deve un contributo alle iscrizioni superiore al loro peso sul totale delle imprese registrate (erano il 16,6% all’inizio di aprile e hanno contribuito al 20,2% delle nuove iscrizioni) e hanno determinato solo il 9% delle cessazioni del periodo, confermandosi la forma giuridica più solida e “resistente” alle mutevoli condizioni di mercato.
Le Imprese individuali, invece, hanno dato un contributo alle iscrizioni nettamente più elevato rispetto al loro peso sullo stock complessivo delle imprese (il 70% contro il 60%); ma la loro incidenza sulle cessazioni complessive è stato ancora più consistente, visto che ne hanno determinato oltre l’80%). Segno di un turnover elevato che, nel tempo, tende ad erodere lentamente lo stock di queste imprese. Positiva comunque la differenza tra iscrizioni e cessazione di Imprese individuali, trend rilevato anche lo scorso anno nello stesso periodo, con un’inversione di rotta rispetto al 2013 quando il saldo era stato negativo.
Si conferma, tuttavia, l’andamento di fondo del tessuto imprenditoriale ferrarese, che vede progressivamente diminuire il peso delle imprese individuali in favore di forme più organizzate di impresa, in particolare delle società di capitali, passate dal 15,6% del totale nel II trimestre 2013 al 16,7% di quest’anno.
Il risultato positivo del trimestre da poco concluso è dovuto sostanzialmente al fatto, come mostrano i dati della Tabella 2, che i volumi delle cessazioni, per tutte le categorie giuridiche, comprese le Società di persone, sono inferiori in termini assoluti ai volumi delle iscrizioni. Questa dinamica complessiva spiega l’entità del saldo positivo.
L’universo delle imprese artigiane si presenta con sue dimensioni strutturali assai marcate: infatti è costituito per più del 77% da imprese individuali; per quanto attiene le forme societarie è di gran lunga preminente il ruolo delle Società di persone: il 17,8% delle imprese artigiane in totale (che ad oggi significa il 79% di tutte le imprese artigiane che adottano una qualche forma societaria).
Nel caso delle imprese artigiane, il ruolo delle Imprese individuali, anche nel breve periodo, resta così con ogni evidenza decisivo. Il flusso delle nuove Imprese individuali ha un peso sul totale pari al 78,3% e il flusso delle cessazioni, assai elevato (85,2%), è superiore a quello delle nuove iscrizioni. A fronte di 123 nuove aperture le chiusure sono state 9 in più. Compensano questo trend negativo, i saldi positivi rilevati per le altre forme giuridiche, seppur di lieve entità, con un indicatori relativi migliori per le società di capitale.
LE DINAMICHE TERRITORIALI:
L’esame dei dati disaggregati in base al territorio evidenza un trend in miglioramento e in linea con quanto rilevato a livello nazionale e regionale, con indicatori più contenuti.
Nelle graduatorie provinciali per tassi di crescita, Ferrara, con valori inferiori al dato medio nazionale, si colloca nell’ultimo quartodella classifica, precedendo comunque altre province della regione Emilia Romagna come Piacenza, Ravenna e Forlì per le imprese nel loro complesso e Parma per le imprese artigiane.
Per il settore artigiano ferrarese, pur con un tasso di crescita non negativo, si rileva una tendenza opposta registrando un indicatore più ridotto rispetto al biennio precedente e sempre inferiore ai dati degli altri ambiti territoriali di riferimento.
LE DINAMICHE SETTORIALI:
Se si eccettua il settore manifatturiero (settore che conta poco meno di tremila imprese, l’8% del totale delle registrate, ma che produce più di un quinto del valore aggiunto provinciale), tutti gli altri settori hanno messo nel trimestre a segno saldi positivi. In testa il “Commercio” (+57), seguito dal settore primario, dove in crescita oltre al comparto della pesca, risultano anche le imprese agricole (per complessive 53 unità in più), dalle attività di “Alloggio e ristorazione” (+47) e più distanziate da quelle di “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (+19). Presi insieme, questi quattro settori hanno determinato il 75% dell’intero saldo trimestrale. In termini percentuali, tra i comparti di maggiori dimensioni quelli più dinamici sono stati “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (+2,2%), i servizi di “Alloggio e ristorazione” (+1,8%), le “Attività artistiche sportive e di intrattenimento” (+2,7%) e le “Attività finanziarie e assicurative” (+1%).
Quanto all’universo delle imprese artigiane, i saldi sono meno positivi. I segni meno si registrano anche qui per le “Imprese manifatturiere” (-6 unità), oltre che per le “Costruzioni” (-6) e le “Altre attività di servizio (-7). In termini relativi, escludendo i settori più piccoli, il risultato migliore è quello dei “Servizi di informazione e comunicazione” (+5,3%), seguito dalle “Attività dei servizi alloggio e ristorazione”, comparto che rileva anche la variazione assoluta più consistente (+12 unità).
L’universo delle imprese artigiane (più di un quarto delle imprese ferraresi è rappresentanto da questa tipologia), è dominato da quattro settori che insieme, alla fine del trimestre da poco concluso, determinano l’83,4% dello stock complessivo.
Si tratta, nell’ordine per maggior presenza, di “Altre attività di servizi”, dove le artigiane rappresentano l’82,2% delle imprese del settore; “Trasporti e magazzinaggio” nel quale la partecipazione dell’artigianato vale il 73,6% dello stock; “Costruzioni” e “Attività manifatturiere” per i quali, rispettivamente, la percentuale è pari al 72,6% e al 60,5%.
LE CRISI D’IMPRESA:
Sul fronte delle crisi d’impresa, il trimestre da poco concluso offre segnali incoraggianti. Le aperture di nuove procedure fallimentari si sono infatti fermate al valore di 12, meno della metà dello stesso trimestre del 2014, mentre quelle dei concordati preventivi (5) hanno fatto registrare una frenata ancora più netta se si pensa che nel primo trimestre del 2015, per le imprese ferraresi, domande non se ne sono registrate.
Rispetto alla struttura imprenditoriale ferrarese, che conta circa 36.500 imprese registrate nell’archivio della Camera di commercio, il fenomeno dei fallimenti riguarda dunque un numero di imprese molto limitato, nell’ordine di 3 unità ogni 10mila, quando il dato nazionale corrispondente è pari a 6.
In queste procedure sono coinvolte soprattutto le società, limitando così il rapporto alle forme giuridiche più complesse (società di persone o capitale), l’indicatore sale a 9 per Ferrara, rimanendo comunque inferiore al valore riferito al totale Italia (13).
Si conferma così il trend del primo trimestre 2015 di rallentamento del fenomeno, dopo la forte accelerazione del 2014, ritornando ai valori del 2013.
Considerando i principali settori dell’economia, dal punto di vista della numerosità delle imprese, va segnalata la significativa contrazione dei fallimenti nell’industria manifatturiera (-5 rispetto al secondo trimestre 2014), nel commercio (-3) e nelle costruzioni (-2). Sempre tra i settori con un significativo numero di imprese, si segnala in controtendenza – con un aumento nell’apertura di procedure fallimentari – quello delle attività professionali (+2).
In ambito settoriale il ricorso al concordato preventivo è un fenomeno concentrato in pochi comparti, in particolare industria manifatturiera e costruzioni che, tra aprile e giugno, registrano tutti una diminuzione del fenomeno.

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