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Resilienza e adattamento, attitudine al digitale e allo smart working, elevate velocità e flessibilità nell’adattarsi ai cambiamenti improvvisi del mercato e un ottimo livello di competenze tecniche e informatiche: non c’è bisogno di essere una ’big tech’ per volare nel settore dell’innovazione. Negli ultimi 24 mesi le startup innovative ferraresi hanno saputo cogliere l’accelerazione data dalla pandemia per crescere: è quanto emerge dall’analisi dei dati Infocamere elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio. 33 quelle nate in piena emergenza sanitaria, muovono complessivamente un giro d’affari di circa 6,7 milioni di euro e per circa l’8% sono guidate da ragazze e ragazzi con meno di 35 anni. “L’ecosistema delle startup innovative – ha sottolineato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio – si conferma un organismo vitale, capace di cogliere le tante opportunità offerte dalla spinta verso il digitale che sta attraversando la nostra società. Grazie ai dati del Registro delle Imprese, riusciamo a seguirne da vicino e in modo sempre più accurato le performance, i comportamenti e le scelte per agevolare la loro conoscenza da parte dei decisori pubblici e degli operatori di mercato, favorendone così le possibilità di sviluppo”.
7 imprese su 10 – evidenzia lo studio della Camera di commercio – sono attive, in particolare, nella produzione di software, nella consulenza informatica e nella ricerca scientifica, ma a proteggere il genio innovativo ferrarese sui mercati internazionali sono soprattutto le start-up farmaceutiche e quelle della meccanica e elettronica (9 i brevetti depositati). L’8% delle start- up innovative ha una compagine societaria a prevalenza giovanile, contro il 5% riferito al totale delle società di capitali. Il capitale sociale medio per start-up si aggira intorno ai 22.000 euro, mentre il valore della produzione genera un giro d’affari di circa 6,7 milioni di euro, pari a circa 130.000 euro per azienda. 40 hanno sede legale nella Città capoluogo, 5 nel Comune di Cento, 2 a Copparo e 1 nei Comuni di Argenta, Comacchio, Fiscaglia, Goro e Riva del Po. “Imprese – ha concluso Govoni – che si confermano leva di innovazione per ogni comparto produttivo, grazie all’estrema flessibilità, alla naturale propensione al rischio, alla concentrazione di talenti e competenze, alla capacità di operare nel campo delle tecnologie con più prospettive di crescita. La fucina di talenti di cui gode la nostra provincia e in particolare di giovani motivati e preparati è sicuramente un punto di forza che dobbiamo valorizzare con determinazione”.
Tra i requisiti per essere startup innovative: la società deve essere costituita e svolgere attività d’impresa da non più di 60 mesi; il totale del valore della produzione annua della società, a partire dal secondo anno, non deve essere superiore a 5 milioni di euro; la società deve avere quale oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Tra i vantaggi: minori oneri per la costituzione; rapporti di lavoro subordinato di più semplice attuazione; credito di imposta per ricerca e sviluppo; incentivi all’investimento; raccolta diffusa di capitali di rischio tramite portali online.

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