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Da ufficio stampa

66 i programmi di investimento sostenuti, di cui il 33% al di fuori dell’Unione Europea, 5 gli uffici di rappresentanza attivati e 12 i rapporti di collaborazione commerciale siglati

Govoni: Non è più tollerabile che le imprese esportatrici italiane sopportino un peso delle imposte sui profitti lordi pari al 48% contro il 26% di quelle tedesche e spagnole”

Europa, Cina e Stati Uniti i Paesi più ricercati dalle imprese ferraresi. Andato a ruba, in soli 13 giorni, il bando della Camera di commercio per la partecipazione alle fiere internazionali in Italia e all’estero: 66 i programmi di investimento presentati, di cui il 33% al di fuori dell’Unione Europea, 5 gli uffici di rappresentanza attivati e 12 i rapporti di collaborazione commerciale siglati. Tra le richieste di supporto più ricorrenti pervenute all’Ente di Largo Castello dagli imprenditori, la locazione di spazi espositivi, l’allestimento degli stand, l’acquisto di servizi di interpretariato, le spese di trasporto a destinazione, assicurazione e movimentazione di materiali e prodotti destinati all’esposizione fieristica, la realizzazione di materiale di comunicazione aziendale da esibire o distribuire in fiera come brochure, cataloghi, filmati o presentazioni aziendali e inserzioni pubblicitarie.

E per quest’anno, tra gli obiettivi della Giunta camerale, quello di favorire la promozione di prodotti e servizi su mercati internazionali mediante utilizzo di uffici o sale espositive all’estero, l’organizzazione di matchmaking tra imprese (B2B) durante le manifestazioni fieristiche ed il supporto all’innovazione commerciale per la fattibilità di presidio su nuovi mercati internazionali. “Per la nostra provincia – ha sottolineato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – la crescita dei prossimi anni si giocherà, per una buona parte, sulla capacità di “fare rete”, sui mercati internazionali, sulla maggiore integrazione tra i settori. Tra un manifatturiero, ad esempio, che vede crescere le attese positive legate alla forza delle esportazioni e un terziario ancora non valorizzato in tutte le sue potenzialità, ma che rappresenta un serbatoio di competenze, capacità imprenditoriali, creatività che può e deve essere integrato di più nelle filiere produttive. Ma bisogna che il sistema-Paese sostenga questo cambio di rotta: le imprese che stanno tirando la volata sui mercati internazionali, ad esempio, sopportano un peso delle imposte sui profitti lordi pari al 48% contro il 26% di quelle tedesche e spagnole. Non è più tollerabile – ha concluso il presidente della Camera di commercio – che ogni impresa che esporta spenda all’anno circa 18.750 euro per adempimenti amministrativi, contro i 12.350 euro di quelle che operano solo sul mercato italiano”.

Particolare attenzione, infine, la Camera di commercio riserverà a tutti quei programmi volti a favorire l’inserimento in azienda di figure professionali in grado di definire e di guidare progetti di espansione all’estero, valutandone l’impatto sul piano gestionale, economico e giuridico e ridisegnando, se necessario, l’organizzazione dei processi produttivi, le strategie di penetrazione dei mercati di vendita, le relazioni con i fornitori. In collaborazione con le associazioni di categoria, l’Ente di Largo Castello punterà, dunque, a far si che sempre più le imprese ferraresi acquisiscano le capacità di orientare le strategie verso lo sviluppo di nuovi business e si confrontino con esperienze di livello internazionale.

Per maggiori informazioni: ufficio Marketing internazionale della Camera di commercio (tel. 0532/783812-817; e-mail: estero@fe.camcom.it).

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