CAMERA DI COMMERCIO DI FERRARA: IMPRESE, TRA APRILE E GIUGNO 407 APERTURE IN PIU’ RISPETTO AL 2020
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da: Camera di Commercio di Ferrara – Ufficio Stampa
Govoni: “Un punto di fiducia in più o in meno influenza la nascita di un’impresa su due, ma è ancora presto per parlare di ritorno alla normalità”
La natalità imprenditoriale torna ai livelli pre-Covid con oltre 400 iscrizioni nel solo secondo trimestre
Crescono in provincia di Ferrara le iscrizioni trainate dall’aumento della fiducia delle imprese. Il secondo trimestre del 2021 – fa sapere l’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio – segna un’accelerazione delle aperture di nuove attività che tornano ai valori pre-pandemia, “anche se – come sottolinea Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio – è ancora presto per parlare di ritorno alla normalità”. Nel complesso, le aperture di nuove imprese tra aprile e giugno hanno toccato le 407 unità, un valore comunque inferiore della media del triennio 2017-2019 (486), prima dell’irrompere dell’emergenza sanitaria globale, ma più basso di sole 73 unità al dato del secondo trimestre 2019, quando le iscrizioni furono 480. Nello stesso periodo del 2020 le nuove iscrizioni si erano fermate a quota 277.
Il miglioramento del clima di fiducia negli ultimi mesi ha impattato su quasi la metà delle imprese ferraresi nate tra aprile e giugno 2021, rispetto allo stesso trimestre 2020. Secondo le analisi del Centro Studi dell’Ente di Largo Castello, infatti, un punto di fiducia in più o in meno influenza la nascita di un’impresa su due.
Il ritorno a una dinamica delle aperture più in linea con il periodo pre-pandemia appare più marcato guardando ad alcune delle forme giuridiche assunte dalle nuove imprese. In particolare, tra aprile e giugno di quest’anno, la Camera di commercio ha registrato un numero di aperture di società di capitale di poco inferiore al dato rilevato nello stesso periodo del 2019 (106 contro 109). In linea con una tendenza in atto da tempo, fanno invece segnare un passo indietro rispetto al 2019 le imprese individuali, la forma d’impresa più numerosa: 268 le aperture di nuove attività nel secondo trimestre di quest’anno, contro le 329 di due anni fa (-61 unità). Restano invece nettamente sotto la media degli ultimi anni le cancellazioni che, tra aprile e giugno, si sono attestate a 248 unità, più di un centinaio in meno del valore registrato nel secondo trimestre 2019 (365). È, pertanto, ragionevole stimare l’esistenza di una “platea nascosta” di imprese che in circostanze diverse avrebbero già cessato l’attività.
Sono 407, dunque, le iscrizioni di nuove imprese contro le 277 del secondo trimestre 2020, il 47% in più. Contestualmente riprendono a crescere moderatamente le cancellazioni, che si attestano a 248 rispetto alle 224 dell’anno precedente, l’11% in più. Da notare come al bilancio del trimestre abbia contribuito anche la componente artigiana, che ha chiuso il periodo con un saldo attivo di 48 imprese (144 le iscrizioni di nuove imprese contro 96 cessazioni). In termini percentuali, lo stock delle imprese si è, dunque, accresciuto dello 0,46% (+0,15 e +0,33% nel secondo trimestre del 2020 e del 2019) portando il totale delle registrate nella nostra provincia, al 30 giugno di quest’anno, a 34.379 realtà imprenditoriali.
“La realtà – evidenzia Govoni – è che le imprese operano in uno scenario in profonda trasformazione, del tutto inedito. Ogni conquista e ogni segno più è una conferma dei nostri fondamentali, ma allo stesso tempo l’andamento altalenante, ad esempio, sui fronti dell’export, devono farci ricordare quanto il cammino verso una crescita solida e di lungo periodo sia ancora piena di insidie e sfide da vincere e, per certi versi, ancora in gran parte da iniziare a giocare veramente. Serve capacità di visione nazionale e territoriale per far fronte a scenari così epocali, complessi e sfidanti. La priorità è rimanere competitivi e attrattivi per i capitali nazionali ed esteri, a cui garantire la giusta remuneratività. Solo così potremo continuare a produrre ricchezza e lavoro”.
Le forme giuridiche In termini assoluti, in questo periodo quasi tutte le tipologie hanno contribuito alla formazione del saldo positivo, ma sono sempre le società di capitale insieme alle imprese individuali, con un’incidenza alle iscrizioni superiore al loro peso sul totale delle imprese registrate, ad essere determinanti sul risultato finale. Delle 159 imprese in più alla fine del trimestre, il 48% circa ha la forma dell’impresa individuale (+76 unità). Rispetto ai periodi più recenti, l’analisi della nati-mortalità delle imprese per forme giuridiche nel primo trimestre 2021, rileva un recupero del tasso di crescita delle società di capitale: aumentando di 76 unità, il loro tasso trimestrale (+1,08%) rappresenta quattro l’indicatore riferito allo stesso periodo del 2020 (+0,25%), mentre è più in linea con il 2019, quando fu pari all’1,16%. Unica forma giuridica in lieve arretramento, nel trimestre aprile e giugno, è quella delle altre forme giuridiche che comprende consorzi e cooperative.
Le dinamiche territoriali Saldi positivi tra iscrizioni e cessazioni si rilevano anche in ambito nazionale (+0,74%) e in quello regionale (+0,62%), con tassi di crescita in crescita, sempre superiore al dato ferrarese. Tra le province dell’Emilia-Romagna, solo Ravenna (+0,27%) registra un indice di crescita più basso rispetto al dato ferrarese; in regione l’indicatore raggiunge il valore più elevato a Rimini (+0,79%). Nella graduatoria provinciale decrescente per tassi di crescita, Ferrara, con il suo +0,46%, si colloca al 95° posto della classifica. Dal lato dell’artigianato le cose vanno meglio, con un tasso di crescita provinciale pari al +0,57% Ferrara si colloca al 56° posto.
Le dinamiche settoriali Anche a livello settoriale, si registrano saldi attivi in tutti i settori a partire dalle costruzioni (+32, di cui +26 nell’artigianato), seguite dal commercio (+25) e dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+18). In termini percentuali e di macro-settori l’avanzamento più sensibile (+0,80% su base trimestrale) si registra nel macro settore dei servizi, con l’indicatore più elevato per la tipologia mista, vale a dire rivolta ad imprese, privati, sociali o collettivi (+1,25%), seguito dall’industria, intesa come manifattura ed edilizia, (+0,80%).
Tipologie di imprese Le imprese giovanili rappresentano un quarto del totale delle iscrizioni e appena il 10% delle chiusure complessive, con un saldo trimestrale positivo (+78), in aumento rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (+62), ma ancora lontano dal dato pre-Covid (104). Il tasso di crescita relativa risulta comunque più elevato rispetto al complesso delle imprese (+3,46% al confronto dello 0,46% complessivo) e la loro consistenza rispetto al 31 marzo 2021 cresce, nonostante a possibile perdita dei requisiti “giovanili” da parte di realtà iscritte in precedenza.
Anche per le imprese femminili il saldo della movimentazione è positivo (+41 unità), con solo una lieve riduzione rispetto al dato dello stesso periodo del 2019 (+54): la loro quota sul totale delle imprese si assesta sul 23,1%, sempre superiore a quanto rilevato in Emilia-Romagna e in Italia. Il risultato è stato determinato soprattutto dall’aumento delle iscrizioni, accompagnato da una meno accentuata crescita delle chiusure.
Trend analoghi si rilevano per le imprese straniere: la differenza tra aperture e chiusure, sempre positiva (+50 unità), risulta più elevata sia al dato dello scorso anno (+13) che al saldo del 2019 (+47), con aumenti soprattutto tra le nuove iscrizioni, raddoppiate rispetto al 2020. In crescita la loro incidenza sul totale, ogni 10 imprese registrate ora 1 non è gestita da italiani.
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