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Da: Francesco Reggiani, Gruppo Hera

Cambiamento climatico, il ruolo di Hera nell’Emilia-Romagna che si adatta

Nella prima puntata italiana, il webdoc Adaptation racconta le migliori pratiche di adattamento al cambiamento climatico espresse in regione. Mettendo al centro l’acqua, questo viaggio virtuale conduce così alla scoperta del servizio idrico di Hera che, grazie a pianificazione, infrastrutture e tecnologie all’avanguardia, contribuisce con investimenti per oltre 100 milioni di euro all’anno alla preservazione della risorsa e alla sicurezza del territorio.

Fra le risorse naturali che maggiormente risentono degli effetti del cambiamento climatico c’è sicuramente l’acqua, un bene di fondamentale importanza che – oggi più di ieri – dev’essere consumato responsabilmente e gestito secondo le migliori soluzioni possibili, prendendo ad esempio i casi in cui esse vengono già adottate.

I ritardi del Paese e l’eccellenza emiliano-romagnola: le ragioni di un successo da replicare
Una proposta, in questo senso, arriva dalla prima puntata italiana, da oggi navigabile online, del webdoc Adaptation, progetto di “constructive journalism” dedicato alle migliori esperienze di adattamento al cambiamento climatico. Affrontando il caso emiliano-romagnolo e la sua situazione idrica, Adaptation mette infatti in evidenza le tante eccellenze amministrative, industriali, scientifiche e civiche grazie alle quali questa regione – in controtendenza rispetto a gran parte del Paese – si sta adattando con efficacia a una delle sfide più decisive del nostro tempo. Cruciale, in tutto questo, il ruolo di Hera, secondo operatore a livello nazionale nel settore idrico.

Hera, l’invisibile industria che risponde ai bisogni di 3,5 milioni di abitanti
Aprendo le proprie porte alla squadra di Adaptation, Hera l’ha condotta alla scoperta di progetti, impianti, reti, laboratori, tecnologie e interventi infrastrutturali che qualificano la multiutility come attore decisivo per l’equilibrio idrico complessivo del territorio. Un servizio spesso invisibile ma fondamentale per preservare una risorsa così preziosa e renderla disponibile ogni giorno a oltre 3,5 milioni di persone. Fin dalla sua nascita, e anticipando così gli scenari odierni, il Gruppo Hera ha infatti investito più di 100 milioni di euro all’anno in questo delicato settore, riuscendo a mettere in sicurezza il servizio idrico integrato e a garantirne la continuità anche in situazioni particolarmente critiche. Tutto questo passa attraverso un modello di business resiliente e un forte radicamento territoriale, che invita cittadini e imprese all’uso responsabile e sostenibile della risorsa e nell’ambito del quale è proprio Hera, per prima, a dare l’esempio, con una politica di costante e progressiva contrazione dei consumi idrici delle proprie attività.

Potabilizzazione, distribuzione e depurazione, ma anche tecnologie all’avanguardia
Fra lunghe sequenze di immagini immersive e le voci dei professionisti che ogni giorno fanno la differenza sul campo, sono davvero tanti gli aspetti esplorati da Adaptation, a partire dal tema – oggi quantomai critico – dell’acqua potabile. Come emerge dal racconto, Hera ne garantisce non soltanto la qualità, attraverso impianti di potabilizzazione e laboratori di analisi assolutamente all’avanguardia, ma anche e soprattutto la disponibilità, attraverso un sistema di acquedotti vasti e interconnessi sempre più sensibili, gestiti anche da remoto attraverso il proprio centro di telecontrollo, unico in Europa, e ulteriormente monitorati da tecnologie avanzate, come quelle satellitari, per la ricerca e la costante riduzione delle perdite idriche.
Un’altra fondamentale sfida è quella relativa alle acque reflue, che vengono trattate dalla multiutility nei depuratori secondo tecniche e tecnologie diverse, biologiche e meccaniche, affinché sia possibile restituirla all’ambiente in una forma compatibile con ulteriori usi umani, ma anche con gli ecosistemi e la loro biodiversità, perseguendo così la piena circolarità nella gestione della risorsa. Tra le eccellenze del comparto fognario-depurativo al centro di Adaptation, in particolare, il Piano di Salvaguardia della Balneazione di Rimini, il più grande intervento di risanamento fognario realizzato in Italia negli ultimi vent’anni, con l’obiettivo di eliminare gli sversamenti a mare e proteggere così, al tempo stesso, l’ambiente e la spiccata vocazione turistica dell’economia locale.

Pontelagoscuro: eccellenza e tecnologia a servizio della potabilizzazione
Fra le esperienze emiliano-romagnole raccontate da Adaptation c’è anche il potabilizzatore di Pontelagoscuro: presso questo impianto, che serve tutto il territorio ferrarese, l’acqua del Po viene sottoposta ai più rigorosi trattamenti. Tanto che, alla fine del processo di potabilizzazione, volendo classificarla sulla base del modello adottato per le acque minerali, si può affermare che è l’acqua “del rubinetto” di Ferrara è di tipo oligominerale a basso tenore di sodio. Per raggiungere questo risultato, sono molti i parametri che vengono controllati durante il processo. Tra questi, anche lo stato delle vasche nelle quali avvengono le varie fasi. È qui che entra in gioco il drone subacqueo di Hera, un piccolo concentrato di tecnologia. Nelle vasche di acqua già potabilizzata, limpida e cristallina, grazie alla telecamera ad alta risoluzione è possibile verificare che non vi siano fessure o perdite, che causerebbero lo spreco di una risorsa pregiata. Nei bacini di sedimentazione, invece, dove l’acqua non è ancora stata trattata ed è dunque torbida, si sfrutta il modulo sonar a ultrasuoni di cui il drone è dotato, così da misurare il livello di sedimenti presenti sul fondo e, quindi, valutare quando sia necessario intervenire con la manutenzione per garantire la migliore efficienza dell’impianto.

“Di fronte al cambiamento climatico non abbiamo bisogno di catastrofismi ma di risposte resilienti ed esempi concreti – commenta Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera – e per questo abbiamo apprezzato l’approccio del progetto Adaptation e deciso di fornire tutta la nostra collaborazione. Aprire le porte dei nostri impianti è stato quindi un piacere e anche motivo di orgoglio, perché il modo in cui ogni giorno gestiamo la risorsa idrica è frutto non soltanto di investimenti, pianificazione e ricerca ma anche di tanto impegno, lo stesso che ci auguriamo possa animare un dibattito pubblico che deve assolutamente tornare a mettere al centro, con serietà e senza scorciatoie, il tema del cambiamento climatico e delle strategie necessarie ad affrontarne e mitigarne gli effetti.”

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