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da: ufficio Stampa Festa Libro Ebraico

Preciso e penetrante, l’affondo che Riccardo Calimani, Presidente della Fondazione MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah) ha vibrato oggi, durante la conferenza stampa di presentazione della sesta edizione della Festa del Libro Ebraico in Italia (Ferrara, 25-28 Aprile): “L’Italia è uscita dalla Resistenza, ma non ha saputo rigenerare se stessa e parte dei quadri fascisti sono rimasti al potere”. Il riferimento è, nello specifico, all’appello al Presidente della Repubblica che, nei giorni scorsi, a titolo personale, Calimani ha firmato insieme al Rabbino Giuseppe Ravas, per chiedere la demolizione del busto di Gaetano Azzariti, presidente del “Tribunale della Razza” negli anni del fascismo e poi ai vertici della Corte Costituzionale. “È un’aberrazione – ha esplicitato Calimani – che, complice anche la ‘grazia’ di Togliatti, Azzariti sia stato eletto presidente di un organo di garanzia della Costituzione, ma non meno grave è che la sua immagine sia presente nella sededella Consulta. Sul tema della Shoah, stiamo ancora aspettando le scuse ufficiali dello Stato italiano, decisamente meno sollecito della Germania, e non mancano minacciose complicazioni nazionali e internazionali. Eppure – ha proseguito lo storico e scrittore veneziano –, lo sviluppo culturale dell’Italia non può prescindere dagli ebrei, che arrivarono a Roma prima del Papa e da ben ventidue secoli partecipano concretamente alla vita economica e sociale del Paese”.

Un apporto, questo, che con la Festa del Libro Ebraico, l’evento organizzato dalla Fondazione MEIS, assume caratteri molto concreti e impressionanti: basti pensare che, nei quattro giorni della manifestazione, presso la libreria del Chiostro di San Paolo, cuore pulsante della Festa, il pubblico troverà 5.413 volumi (alcuni dei quali particolarmente preziosi e rari) di 157 case editrici.

Senza contare la “Notte Bianca Ebraica d’Italia”, che inaugurerà la Festa con un “Omaggio alla libertà” riconquistata settant’anni or sono, i convegni, gli incontri con gli autori, i confronti su personaggi straordinari come Bartali, che salvò la vita a 800 ebrei, e su temi spinosi come il rapporto tra ebrei e fascismo (e gli ebrei fascisti), i concerti jazz e di Raiz degli Almamegretta, le degustazionidi cibo ebraico, la mostra “Torah fonte di vita”, il Premio PARDES al Nobel Patrick Modiano, al suo omonimo Samuel (tra gli ultimi sopravvissuti ad Aushwitz) e ad Anna Foa, e tutti gli altri appuntamenti che irradiano dai libri e sostanziano un ricchissimo programma, con l’obiettivo di raccontare non solo ciò che la comunità ebraica italiana ha subito, ma anche ciò che ha realizzato e continua a realizzare.

La Festa è, come si diceva, una sorta di incubatore e trampolino di lancio del futuro MEIS, il Museo attualmente in costruzione che rappresenta – come ha sottolineato il Vicesindaco del Comune di Ferrara, Massimo Maisto – “al tempo stesso un onore e un’enorme responsabilità, in un momento storico in cui altre strutture museali nazionali altrove chiudono”.

Sullo stato dei lavori e le prospettive di breve periodo, in conferenza stampa è intervenuta Carla Di Francesco, Dirigente Generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che patrocina la Festa: “Stiamo chiudendo il primo stralcio dei lavori propedeutici al MEIS, con la demolizione delle vecchie carceri, ed entro Maggio consegneremo il “cantierone”, ovvero il cantiere di recupero del corpo C, che ospiterà spazi espositivi permanenti, il centro di documentazione, la biblioteca, le aree per la didattica, etc. Questo lotto è finanziato in tutte le sue parti, mentre i successivi ancora non lo sono (mancano 24 milioni di euro), ma – ha rassicurato la Di Francesco – ci arriveremo!”. Intanto, durante la Festa, per tutta la giornata di Domenica 26 sarà possibile visitare gratuitamente il cantiere, in un percorso guidato con rendering, immagini, prospettive.

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