Le montagne non sono ammirate per la loro altezza ma per gli alberi che vi crescono. Proverbio giapponese
Natale, tempo di alberi, tempo di regali, anche per sé stessi. Per esempio ritrovando il proprio equilibrio grazie allo Shinrin-yoku, la teoria giapponese del bagno nella foresta.
Coltivare la felicità, ritrovarsi, liberarsi dallo stress del fine anno lavorativo, di quella chiusura forzata che in fondo ha breve durata, ma anche dalla corsa ai regali e dalla ricerca di spicchio di serenità da donare a coloro che amiamo. Dall’affanno di voler fare tutto.
Le malattie legate allo stress sono diventate un problema sociale, inutile negarlo. Le continue sollecitazioni rendono vulnerabile l’uomo e il suo corpo. Si parla di prevenire, ma spesso ce ne dimentichiamo. Allora perché non regalarsi una bella passeggiata in foresta?
“Immaginate proprio adesso di camminare nella foresta: sentite la terra e le foglie sotto i piedi, lo scricchiolio dei rametti. Ascoltate il canto degli uccelli e guardate il cielo blu attraverso gli scorci nella chioma degli alberi, osservando come la luce, che filtra attraverso di essi, illumina il sentiero davanti a voi. Inspirate profondamente. Potete percepire i vari aromi della foresta: il muschio, la linfa, la terra e il legno. Assimilate tutto” (Yoshifumi Miyazaki, ‘Shinrin-yoku’, Gribaudo, 2018). In una parola ancora, Shinrin-yoku, termine coniato, nel 1982, da Tomohide Akiyama, direttore della Japanese Forestry Agency, la pratica di camminare, senza fretta, nella foresta, per una mattina, un pomeriggio o una giornata intera. Gli effetti psicologici e fisiologici delle foreste sulla salute e i benessere dell’uomo da allora furono studiati e provati, con i primi esperimenti di tali effetti psicologici effettuati nell’isola giapponese di Yakushima. Qui, nel 1990, con la cooperazione della Nhk, il servizio pubblico radiotelevisivo giapponese, si sono iniziati esperimenti per misurare il livello dell’ormone dello stress, il cortisolo, nella saliva si soggetti che camminavano nella foresta, per ricordare i miei amati Wanderer di Goethe. Per anni i progressi furono lenti, ma, dal 2000, si è arrivati a misurare l’attività del cervello e del sistema neurovegetativo, validi indicatori del livello di stress nel corpo umano, che riconosce la Natura come propria casa. Si parla di nature therapy. Gli effetti sono immediati. Ricordate Henry David Thoreau quando diceva “spesso camminavo per otto o dieci miglia, sprofondando nella neve, per andare a un appuntamento con un faggio o con una betulla gialla, o con una vecchia conoscenza tra i pini”? O William Blake che ricordava come “agli occhi dell’uomo dotato d’immaginazione la Natura stessa è immaginazione”?
Nel bosco e nella foresta si può, camminando, guardare le stelle, respirare (inspirare ed espirare profondamente, tornando in armonia con il proprio respiro vitale), meditare, usare i cinque sensi, fare stretching, creare, osservare l’interazione della luce quando il sole filtra tra gli alberi (Komorebi), immaginare, sognare, amare, desiderare, ricordare, sentire il silenzio, accarezzare le orme degli animali e le foglie che cadono, ritrovare l’equilibrio fra quiete e movimento, concedersi tempo per noi, rilassarsi. Volare via.
E per chi non può andare tanto lontano, perché non portarsi la natura a casa, con piante e fiori tra le pareti domestiche? D’altra parte, lo shizen, la naturalezza, è uno dei sette principi dell’estetica zen, alla cui base sta l’idea che siamo tutti connessi al mondo naturale, in senso emotivo, spirituale e fisico. Anche il kimono che possiamo indossare in casa, che spicca per i suoi disegni legati alla natura, ci può avvolgere in fiori di ciliegio, di peonie o di glicine. O anche in interi panorami fatti di fiumi, ruscelli, alberi e montagne.
La Natura che si prende cura di noi, quindi, che ci abbraccia amorevolmente. Questa è la filosofia che ci dovrebbe guidare non solo a Natale. Passando dall’ammirazione al rispetto.
E se in Giappone oggi esistono più di 70 percorsi ufficiali per la forest therapy e un numero crescente di medici abilitati per la forest medicine, credo che anche da noi sia ora di pensarci.
La società ha bisogno di un passo indietro, di riavvicinarsi alle origini. Di uno slow down.
Iniziamo noi, da Natale, con una bella passeggiata all’aria fresca. Bosco o parco che sia. Un regalo a noi stessi. Tanto per cominciare.
Le foglie di ogni albero portano messaggi da un mondo invisibile. Guarda, ogni foglia che cade è una benedizione. Rumi
Altre letture consigliate:
Yoshifumi Miyazaki, Shinrin-yoku,. La teoria giapponese del bagno nella foresta per ritrovare il proprio equilibrio. Gribaudo, 2018, 191 p.
Qing Li, Shinrin-yoku. Immergersi nei boschi. Il metodo giapponese. Per coltivare la felicità e vivere più a lungo. Rizzoli , 2018, 302 p.
Annette Lavrijsen, Shinrin-yoku. Ritrovare il benessere con l’arte giapponese del bagno nella foresta. Giunti, 2018, 180 p.
Selene Calloni Williams e Noburu Okuda Do, Shinrin Yoku, l’immersione nei boschi. Il rituale giapponese per liberarsi dall’ansia e dallo stress. Edizioni Studio Tesi, 2018, 190 p.
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Simonetta Sandri
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