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da: ufficio stampa Coldiretti Emilia Romagna

Coldiretti: bene l’approvazione del Consiglio Regionale per tornare alla caccia

Con 207 mila euro di danni nel 2014, gli storni sono gli animali selvatici che fanno più danni all’agricoltura subito dopo i cinghiali (227 mila euro di danni) e rappresentano da soli quasi il 15% dei danni alle colture, con l’aggravante che si tratta di colture di alta qualità e ad alto valore aggiunto, come la frutta. Lo rende noto Coldiretti Emilia Romagna esprimendo apprezzamento per l’approvazione da parte dell’assemblea regionale dell’Emilia Romagna della risoluzione presentata dalla consigliera regionale Manuela Rontini affinché la Giunta regionale intervenga presso il Governo perché lo storno venga inserito nuovamente tra le specie cacciabili.
Il problema della caccia allo storno – spiega Coldiretti – scaturisce da un direttiva comunitaria che lo inserisce tra le specie in estinzione in alcune parti d’Europa. E’ un provvedimento che comprende anche l’Italia, dove però lo storno non solo non è a rischio, ma è in costante crescita, al punto da minacciare la biodiversità, proprio a causa dei danni ambientali che sta provocando. Tra l’altro questo volatile – afferma Coldiretti – colpisce in particolare colture ad alto valore aggiunto e ad alta intensità di manodopera, come i frutteti e vigneti, mettendo a rischio il reddito delle imprese e l’occupazione. In Italia sarebbe possibile reinserire lo storno . ricorda Coldiretti – tra le specie cacciabili facendo richiesta motivata all’Unione europea entro la fine del 2015.
Le imprese agricole – spiega Coldiretti Emilia Romagna – sono penalizzate da due fattori: il primo è la difficoltà di contenere la sempre più rapida diffusione di questi uccelli, che si contano ormai in termini di milioni di esemplari; il secondo è la difficoltà ad ottenere i risarcimenti dagli enti pubblici, che hanno ancora tempi lunghi. Per questo Coldiretti regionale già all’inizio della scorsa estate aveva aperto un confronto con l’amministrazione regionale e i prefetti, con l’obiettivo di discutere l’utilità dei provvedimenti di prevenzione e controllo e gli effetti dei danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura.

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