Buskers, Peruffo (FI): “Condivisione e creatività per estendere i benefici del Festival”
Appena finito il Ferrara Buskers Festival inevitabilmente si innesta la diatriba tra chi è pro e chi contro e soprattutto tra organizzazione ed esercenti scontenti del format.
Alcune brevi considerazioni oltre a un chiarimento su alcuni rumors. In più occasioni e in tempi non sospetti ho sentito serpeggiare la congettura secondo cui, in caso di vittoria del centro-destra a Ferrara, il Buskers Festival chiuderebbe. Sbagliatissimo. Se al governo della città dovesse partecipare Forza Italia, il Ferrara Buskers Festival sarebbe tutelato e valorizzato come strumento di crescita per la città.
Certo, ci sono ferraresi a cui piace e altri che non lo sopportano, ma credo che negli anni i grossi problemi di ordine pubblico che si registravano nel corso delle prime edizioni siano stati eliminati e ora sono solo un lontano ricordo.
Diverse valutazioni riguardano, nello specifico, l’impatto dell’edizione appena conclusa. L’impressione è che quest’anno i tristi siano stati molti meno, così come i benefici nelle zone non centralissime della città.
Torna a presentarsi la questione di via Mayr, per dirne una, e della mancanza di animazione in diverse strade commerciali.
Inoltre, appare più che verosimile che, a fronte della fase di stanca in città, un progetto come quello Buskers attiri l’interesse di altre municipalità, italiane e straniere.
Senza entrare in valutazioni di carattere artistico, mi limito a considerare che dopo 31 anni ci sta che il format vada un po’ rivisto, come avviene per ogni genere di show. Paradossalmente si registravano più sorprese e sperimentazioni i primi anni, quando nelle vie del centro di Ferrara facevano capolino i vari Dalla e Bennato, che non ora, quando si dovrebbero studiare effetti speciali per aumentare la cassa di risonanza mediatica.
Dall’altro lato ci sono il Comune e i commercianti. La ricetta per la crescita passa necessariamente dal sedersi per tempo attorno a un tavolo, capire se, a fronte dei 50mila euro di contributi, il Comune possa suggerire nuove dinamiche e ascoltare gli esercenti scontenti, a fronte di un loro eventuale impegno diretto.
Se hanno successo tante iniziative di social street credo che ci siano ancora enormi potenzialità intorno a progetti spin-off che abbiano come matrice il Buskers Festival, da attuare presso singole vie commerciali del centro che, ora come ora, non godono del ritorno del flusso turistico.
I prerequisiti riguardano progettualità, idee innovative, i giusti investimenti di associazioni di categorie e singoli commercianti, l’apertura all’innovazione da parte dell’Associazione Ferrara Buskers Festival con micro eventi da inserire nel contesto e, naturalmente, la giusta comunicazione a supporto dei progetti.
Il denominatore comune deve necessariamente essere l’interesse del singolo strettamente legato all’interesse comune di crescita della città.
Paola Peruffo
Coordinatrice provinciale
Forza Italia Ferrara
Da: Ufficio stampa Forza Italia Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)