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Qualche settimana fa mi sono cimentata, insieme a una cuoca fidata, conosciuta più comunemente come nonna, nella preparazione di una ricetta tipica del Piemonte: gli agnolotti.
Pasta fresca con al suo interno un saporito ripieno di carne con un nome dalle origine plurime e particolari. C’è chi sostiene che il termine derivi da “anulòt”, il ferro che veniva utilizzato un tempo per conferirgli la tipica forma rotonda, ad anello; altri ritengono, seguendo celebri tradizioni popolari, che il nome sia un omaggio al cuoco che ne ha inventato la ricetta ovvero Angiolino, soprannominato Angelòt.
Il nome potrebbe provenire anche dall’autore di un libro di cucina, risalente alla prima metà dell’800, più precisamente al 1814, che sembra essere stato il primo a riportare dettagliatamente la ricetta in questione, il cuoco Vincenzo Agnoletti.
Attenzione però! Possiamo decidere la leggenda o la teoria che ci sembra più consona, rispetto l’origine del nome, ma non bisogna confondere gli agnolotti con gli altrettanto celebri ravioli. Ciò che li distingue non è la forma quanto il ripieno quindi “occhio al gusto”!

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Francesca Ambrosecchia



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