Brennero: dal 1 agosto limitazioni al traffico dei tir, a rischio le esportazioni italiane (e Ferraresi)
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Da: Camera di Commercio Ferrara
BRENNERO: DAL 1° AGOSTO LIMITAZIONI AL TRAFFICO DEI TIR A RISCHIO LE ESPORTAZIONI ITALIANE (E FERRARESI)
Sono in arrivo pesanti limitazioni al traffico delle merci italiane diretto verso l’Austria, la Germania e i Paesi del Nord Europa. Il 1° agosto, infatti, entreranno in vigore le nuove norme varate dal Governo del Tirolo per contenere la circolazione dei tir al Passo del Brennero. Il provvedimento mette a rischio una quota importante delle nostre esportazioni. Infatti, l’interscambio commerciale tra l’Italia e i Paesi del Corridoio Scandivano-Mediterraneo, di cui l’asse del Brennero è un segmento fondamentale, supera i 200miliardi di euro l’anno. Queste merci, nel 93% dei casi, vengono trasportate su strada, passando, appunto, per il valico alpino. Di fronte a questa violazione del diritto comunitario sulla libera circolazione delle merci, le Camere di commercio italiane, su iniziativa delle Camere dell’Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto e con il supporto di Uniontrasporti, sono scese in campo, realizzando uno studio nel quale vengono presentate le forti criticità collegate all’iniziativa unilaterale del Land tirolese e avanzate una serie di controproposte.
Vincoli e possibili alternative
Ad ottobre 2018, l’Assemblea del Land Tirolo ha varato, all’unanimità, un insieme di limitazioni al traffico pesante di attraversamento del Passo del Brennero che potrebbe entrare in vigore da agosto 2019. Sono previsti, tra l’altro, il divieto di circolazione dei tir euro 4 (gli euro 5 seguiranno nel 2021), l’inclusione dei tir euro 6 nel “divieto settoriale” (che già riguarda specifici prodotti) e l’anticipo del divieto al sabato mattina nei fine settimana di gennaio e febbraio. Per il nostro paese l’attraversamento dell’arco alpino rappresenta l’unica via per raggiungere i mercati esteri di riferimento. Più del 70% dei flussi import/export tra l’Italia e il resto dei paesi europei attraversa le Alpi. E l’84% dell’interscambio tra l’Italia e l’Ue28 è trasportato con i Tir su strada.
“La sfida della sostenibilità – ha sottolineato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – è favorire la mobilità di persone e merci in modo compatibile con l’ambiente: questo obiettivo non si raggiunge con i divieti, che non diminuiscono i trasporti ma li rendono meno efficienti producendo costi e inquinamento aggiuntivi, bensì puntando sull’innovazione. Lungo il Brennero – ha proseguito il presidente della Camera di commercio – l’alternativa ferroviaria efficace e performante sarà attiva solo tra 10 anni. Fino ad allora, i flussi commerciali devono poter scegliere le modalità di trasporto migliori senza alcun vincolo unilaterale”. Tra le misure alternative proposte dalle Camere di commercio, il fatto di dare più tempo alle aziende di autotrasporto per rinnovare il proprio parco veicolare prima di introdurre divieti di transito; l’eliminazione del divieto notturno di circolazione dei tir in Austria, cosa che potrebbe contribuire a rendere ancora più fluido e sicuro il traffico ed eviterebbe il cumulo del traffico pesante con quello dei pendolari nelle prime ore della mattina; l’introduzione di una riduzione dinamica della velocità per tutti i veicoli, magari in particolari tratti e giornate.
L’interscambio commerciale
Italia
L’interscambio commerciale del nostro paese con i Paesi che insistono lungo la traiettoria del Corridoio Scandivano-Mediterraneo (Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia e tre paesi dell’Est Europa, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca), nel 2018 è stato pari a 212.569 milioni euro, cui corrispondono 80.744 mila tonnellate trasportate via camion e via treno. Le esportazioni verso i Paesi dell’asse Scandinavo-Mediterraneo rappresentano in media il 5,8% del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato. Al netto di una quota di traffico per cui non è dichiarata la modalità di trasporto, la strada incide per il 93% nelle esportazioni verso questi territori, mentre la ferrovia non va oltre il 4%.
Ferrara
L’interscambio commerciale di Ferrara, nel 2018, è stato pari a circa 673 milioni euro, che corrispondono a più di un quarto (26%) dell’export totale della provincia ed è complessivamente aumentato in un anno del 2,5%. Si tratta soprattutto di macchinari (22,1%), prodotti chimici (20,9%) e prodotti agricoli (19,7%). Le esportazioni verso i Paesi dell’asse Scandinavo-Mediterraneo rappresentano in media l’8% del valore aggiunto ferrarese a prezzi di mercato correnti.
Da: Camera di commercio Ferrara
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