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Tra la già assai ampia produzione di Lorenzo Mazzoni, focalizziamo “Il requiem di Valle Secca” (Tracce sdizioni, Pescara, 2005), romanzo breve di respiro simultaneamente apocalittico e dis-integrato (tra le diverse presentazioni ricordiamo per la cronaca l’anteprima a suo tempo da Feltrinelli con interventi di Filippo Landini, Andrea Amaducci e Paola Rossi).
L’autore, tra i (ancora) giovani più quotati della nuova scrittura italiana, recensito anche su Repubblica da Mazzucato, esplora la parola del (?) futuro attraverso l’archetipo della Città meccanizzata e ecologicamente implosa, sulla scia di certa antitradizione fantastica, da Salgari a Verne alla celebre utopia di Tommaso Moro, finanche sguardi più cyberpunk alla Philip Dick.
Ne derivano mosse letterarie e psicosociali assai critiche verso certo cosiddetto teconocapitalismo
incapace di concretizzare la promessa moderna, anzi condannato senza compromessi per le sue
strategie disumanizzanti verso gli umani e ormai avviato alla distruzione della biosfera.
La valle del silicio americana, capitale dell’alta tecnologia mondiale, annunciata da certi futurologi
come una nuova età dell’oro, qua – con riferimenti indiretti a certe città italiane – si rivela una valle
della morte dove mutanti zombie sopravvivono quasi per forza d’inerzia, manipolati da burocrati
senz’anima alla Adolf Eichmann. Ma il segno messaggio dell’autore non è solo, come accennato,
apocalittico e postpunk, Mazzoni gioca con interstizi e witz della scrittura, facendo fiorire scenari
desideranti possibili alternativi, appunto bisbigliati, quasi silenti batteri che ricompongono
clandestinamente l’anima perduta dei Poteri. E in tale cifra finale, l’autore evoca le previsioni
appunto paradossali dei vari Marcuse o Rifkin. Il sinapsismo nascente dopo Steve Jobs e la
società dopo il Web, potenziale Nuova liberazione rivoluzione evoluzione.
Ulteriormente sempre in progress, anche giustamente d’audience, sempre in chiave diversamente neoutopista-minimal, di Lorenzo Mazzoni segnaliamo, tra l’altro, anche e-book in “Usa, sinergie letterarie con l’Est Europa”, “Porno bloq. Rotocalco dalla Romania post post comunista
con Marco Belli (2009, La Carmelina); “Il sole sorge sul Vietnam (Mekongblues)”, con Tommy Graziani (2010, La Carmelina); “Nero Ferrarese” (Linea BN di Marco Belli ecc.) alla Fiera del Libro di Torino 2012; il sequel sullo sbirro anarchico Malatesta, “Termodistruzione di un koala. Malatesta. Indagini di uno sbirro anarchico” (Koi Press, 2013) e “Malatesta. Indagini di uno sbirro anarchico” (Momentum, 2011); per Stampa Alternativa (2011) “Haile Selassie I. Discorsi scelti 1930-1973”, singolare quasi biografia socioletteraria situazionista, e “Rasta Marley. Le radici del reggae” (2009). Non ultimo, come si può notare ulteriormente dal suo blog per il Fatto Quotidiano, Lorenzo Mazzoni non solo grande talento letterario, sempre in primo piano, anche operativamente, una scrittura diversamente saggistica, mai innocua, anzi socialmente neocorrosiva e perturbante.

* da Roby Guerra, “Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea”, Este Ediiton-La Carmelina ebook 2012 [vedi].

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Roby Guerra

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