BORDO PAGINA
Intervista allo scrittore Alberto Ronchi: quando l’art politik è pop al quadrato
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Alberto Ronchi è figura politica stranota a Ferrara: Già assessore verde nell’era Sateriale, poi decollato almeno a livello regionale (Assessore alla Cultura e poi anche a Bologna). Attualmente, sebbene mica Old per gli standard politici, magari in standby, ma nel frattempo, stranamente si noto anche a livello nazionale (lusinghiere e prestigiose segnalazioni, citiamo solo La Repubblica) ma non tutti forse sanno che un anno e mezzo fa circa, ha esordito in letteratura con un intrigante e molto pop all’americana alternativo libro di poesie: per Modo Infoshop… “Catastrofi Naturali. Liriche 1997-2016”.
Poesie spesso scritte negli anni della Politica attiva e top secret: per nulla corrose dal tempo, anzi: di matrice controculturale, ha in certo senso confermato il suo – a suo tempo, percorso politico culturale innovativo, certa pop culture come tra le espressioni più creative del nostro tempo, ben oltre le mere dimensioni puramente artistiche contemporanee: come dimostrò a Ferrara con il lancio (anche merito ampiamente suo) del Festival Ferrara le Stelle, come svecchiare una città troppo e sempre metafisica e conservatrice, oltre naturalmente a diverse altre iniziative da Ronchi promosse a Ferrara, in Emilia Romagna e a Bologna.
Alberto, lo scorso anno circa, a sorpresa un intenso e bel volume poetico controculturale (per una libreria cult di Bologna, Modo Infoshop) ispirato dalla punk generation e da certi padri Beat letterari come il grande Borroughs, la stessa Patty Smith, poetessa rock: anzi, i veri poeti del nostro tempo sono stati (e magari sono) proprio i vari Jim Morrison, oltre alla Smith, Syd Barrett e così via?
Sì, certo la musica e i testi di diversi esponenti del mondo del rock fanno parte del mio bagaglio culturale. Ho letto anche molta poesia, soprattutto anglo americana. La cosa curiosa è che ho fondamentalmente assorbito queste influenze nella traduzione italiana. Non parlo bene l’inglese, devo molto ai traduttori.
Alberto più in generale, spesso giustamente si denunciano i Media come persuasori occulti, ma proprio certa pop culture non segnala (oltre ai poeti rock) fin da Andy Warhol e i Beatles fino ai Kraftwerk futuristici, la stessa Street Art, molte nuove stesse espressioni artistiche nate direttamente nel Web, eccetera, una nuova cultura popolare post-post moderna, oggi si sdoganata, ma ancora sottovalutata dai puristi dell’arte e la letteratura?
Domanda impegnativa. Credo che viviamo una stagione culturalmente mediocre. I motivi sono tanti e occorrerebbe altro spazio. Nello stesso tempo ritengo che, come scrive Rosi Braidotti, il desiderio nostalgico per un passato, supposto migliore, è una risposta sbrigativa e assai poco intelligente alle sfide della nostra epoca. Quindi? Sarebbe già un passo in avanti se ricominciassimo a distinguere tra attività culturali e attività ricreative. Ma anche qui il discorso è molto lungo.
Alberto, in altro percorso, Patty Smith, come si sa, l’hai anche conosciuta personalmente, un ricordo personale?
La biografia artistica di Patti Smith rappresenta un sogno di gioventù per una bella fetta dei componenti della mia generazione. Conoscerla, anche molto superficialmente come nel mio caso, permette di sbirciare nella vita di tutti i giorni che è, ovviamente, meno scintillante, ma umanamente reale.
Info
https://www.estense.com/?p=616753
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/12/31/assessore-rock-no-poeta-lultimo-avatar-di-alberto-ronchiBologna17.html
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Roby Guerra
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