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Per Asino Rosso eBook Ferrara, a cura di R. Guerra, editor on line specializzato in fantascienza e futuribile, è uscito un originale lavoro saggistico di Pierluigi Casalino, noto e eclettico geopolitico con sguardi spesso letterari. Ha già pubblicato diversi saggi nei volumi collettivi Futurist Renaissance (Hyperion) e Futurologia della vita quotidiana (Asino Rosso eBook) e per La Carmelina di Ferrara, Dopo la Primavera araba. Donne, Islam e Modernità e l’eBook Futurismo Magico. Da segnalare inoltre il volume storico dedicato al padre Michele (e biograficamente sulla seconda guerra mondiale), ‘Il Tempo e la Memoria…’, a suo tempo segnalato – intervista Radio 24- da Il Sole 24 Ore). In questo ultimo eBook “Dante nella computer age” il sommo poeta della letteratura italiana è riletto sperimentalmente ma anche storicamente come un precursore della nuova era elettronica (alla luce di certe spettacolari intuizioni di un certo Marshall McLuhan) ma anche come (altri tempi…) – Dante – un geniale (e proprio nella Divina Commedia) “cosmopolita” ante litteram capace di contaminare la sua matrice cristiana e poetica con input di derivazione arabo “islamica” (con riferimenti di Casalino vuoi a Avicenna e per la critica contemporanea alla nota ricercatrice Maria Corti).

Dante è gigantesco in tutte le sue manifestazioni, manifestazioni profetiche e fuori di ogni schema contemporaneo, anche se ovviamente si riconosce che Dante resta figlio della sua epoca. Ma come in ogni intellettuale della sua statura si coglie la prospettiva di lungo respiro che fa di Dante un patrimonio unico nella cultura e nella scienza dell’umanità. L’universalità e l’universalismo di Dante Alighieri sono, per concludere, un punto di partenza e non d’arrivo. In questo senso si può parlare senza errore di un Dante futuristico e futuribile.
Pierluigi Casalino

L’integrazione psichica collettiva, resa possibile finalmente dai media elettronici, potrebbe creare l’universalità della coscienza prevista da Dante quando profetizzò che gli uomini continueranno a essere dei frammenti spezzati finché non si saranno unificati in una coscienza inclusiva. Nel senso cristiano, questo è semplicemente una nuova intrepretazione del corpo mistico di Cristo. E Cristo, in fin dei conti, è l’estensione ultima dell’ultima.
Marshall McLuhan

Intervista a Pierluigi Casalino
Dante nella computer age… una reinvenzione atipica del sommo poeta?
Non direi una reinvenzione…Dante ha nel suo DNA gli elementi di sfida nei confronti del sapere. Ad Ulisse mette in bocca frasi certamente esemplari per far comprendere quanto l’ardimento e il desiderio di conoscenza dell’uomo (e Dante, non dimentichiamolo mai, è soprattutto uomo di scienza più che di discipline umanistiche:ovvero compenetra le due cose, mettendo sullo stesso piano quanto a dignità, utilità ed impegno richiesto l’insegnamento scientifico e l’insegnamento umanistico. Circostanza che appare oltre modo moderna al punto che gli spunti danteschi verso il mondo della ricerca e del cambiamento mi hanno fatto parlare di lui, in un articolo su Asino Rosso, come di un Dante futurista e, sotto certi aspetti, anche eretico, pur nella granitica fede medievale. Dante non è riconducibile solo al suo tempo. Anche nella computer age il Sommo Poeta trova riscontro e credibilità sia nel tentativo di rileggerne l’inesauribile messaggio di speranza e di futuro e sia nell’eco profonda della sua capacità cosmica di andare oltre i limiti dell’orizzonte visibile del Creato. Il “vedere Dio da vivo” che descrive nel Paradiso, aldilà dell’influenza averroistica, ma anche la teoria della luce, che scaturisce dalla dottrina di Avicenna e pervade gran parte della Commedia (ma anche altre opere) sono tutti elementi che testimoniano la modernità di Dante. Talvolta ci sorprende la acutezza di logica e di semantica che il Sommo Poeta ci offre nella sua concezione di felicità mentale (a tale argomento ho dedicato diverse note sempre su Asino Rosso e Neofuturismo). La capacità di argomentare e il continuo riferimento senso critico, ma pure la determinazione profetica nella stessa universalità delle convinzioni politiche. La Monarchia, infatti, non viene messa in forse dalle attuali tensioni sovraniste, ma proclama l’ansia di giustizia di Dante: un’ansia che non manca di individuarsi in coloro che oggi denunciano l’avanzare del nuovo dispotismo. Un dispotismo che non coincide con l’ordine imperiale vagheggiato da Dante, ma che crea le basi di inedite tirannie da quelle dichiarate a quelle segrete e impercettibili. Infine mi si conceda: la computer age costituisce una grossa opportunità per gli studi danteschi e per l’interpretazione profonda della lectio Dantis.
Che penserebbe oggi Dante dei poeti attuali e dei dantisti?
Ciò che Dante rimprovererebbe ai poeti e agli artisti, ma anche agli uomini di cultura e della comunicazione, la frenesia dell’immagine, che finisce per spegnere la fantasia e la creatività. Il poeta non deve certamente stupire secondo i modelli del Seicento, ma deve avvicinarci all’emozione. Il genio di Dante ha saputo sapientemente emozionarci e al tempo stesso invitarci a guardare nel nostro io. Concorderebbe, invece, con l’apertura scientifica della dantistica che a partire da Asin Palacios, al Cerulli, alla Corti, al Gargan e ad altri ancora, italiani e stranieri, ha promosso una riflessione interculturale e geopolitica sulle fonti orientali della Divina Commedia e della speculazione in genere dell’Alighieri: tema da me trattato in lungo e in largo sul web e che, a partire dal 2015 sta interessando in più occasioni le celebrazioni dantesche.

Info
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*Il Sole 24 Ore
Sito blog di Pierluigi Casalino (Futuro e Geopolitica)

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Roby Guerra



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