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Da: Simone Saletti, Sindaco di Bondeno

BONDENO. MIGRANTI BIHAC: IL CONSIGLIO COMUNALE MONITORA LA SITUAZIONE AL CONFINE CON L’UE E DISCUTE DEL GEMELLAGGIO CON LA CITTÀ BOSNIACA

Il sindaco di Bondeno, Simone Saletti: «Ho scritto a Bihac, ma al momento nessuno ha risposto. Dobbiamo aprire una seria discussione per valutare se sia il caso di mantenere attivo il gemellaggio. La Bosnia prende i soldi dell’Unione e non li usa nel modo corretto, e peraltro le immagini testimoniano violenze e abusi anche su donne e bambini. Rilevo una forte retromarcia politica e culturale da parte del governo bosniaco»

Il Consiglio comunale di ieri sera ha visto l’aggiunta in extremis di un punto all’ordine del giorno. Si tratta della situazione dei migranti in Bosnia, i quali da tempo vengono vessati dalle autorità locali e costretti a una sopravvivenza grama, fatta di violenze e di notti all’addiaccio, all’aperto o in costruzioni di fortuna. Il sindaco di Bondeno, Simone Saletti, ha da subito voluto vederci chiaro, e nelle scorse settimane ha scritto una lettera al sindaco di Bihac, città con cui Bondeno è gemellata da quarant’anni e oggetto della cronaca sui migranti.
«Al momento non abbiamo ancora ricevuto risposta – sono le parole di Saletti -. Da parte nostra, abbiamo chiesto una rendicontazione degli avvenimenti e le future intenzioni politiche dell’amministrazione locale».
Invece, il capogruppo di Pd-Bondeno in Testa, Tommaso Corradi, ha chiesto espressamente di valutare azioni di solidarietà.
«Siamo convinti che azioni di solidarietà risulterebbero del tutto improduttive, per numerose ragioni – ha risposto il sindaco –. In primis: la questione migratoria internazionale è una competenza europea; l’Europa, in questi ultimi due anni, ha aiutato fin troppo la Bosnia-Erzegovina, fornendole 13,8 milioni di euro dal 2018. Soltanto dall’inizio della pandemia, invece, l’Unione Europea ha dato al governo di Sarajevo 8 milioni di euro».
Il focus del sindaco si sposta quindi sulla situazione dei migranti: «Tutti questi soldi dove vanno a finire? Di certo non nella cura dei migranti, dal momento che numerosi report evidenziano come questi siano costantemente oggetto di violenze e abusi, perpetuati anche nei confronti di donne e bambini. La soluzione dunque – conclude Saletti – deve trovarsi altrove: propongo di iniziare una seria e matura fase di discussione riguardante il gemellaggio con la città di Bihac, che dal 1982 ad oggi ha decisamente visto modificarsi la propria condizione sociale e il proprio modus operandi della politica. Un conto è non volere i migranti all’interno del proprio territorio, ben altro è fare deliberatamente violenza sulle persone e intanto intascarsi i soldi dell’Unione Europea». Una discussione che potrebbe quindi culminare con la recessione dal gemellaggio, è quanto sostiene Saletti: «Quello che sto constatando è una forte retromarcia sia politica sia culturale della Bosnia. Teniamo monitorata la situazione, attendiamo una risposta, e valutiamo insieme quali azioni si possano intraprendere congiuntamente. Al momento ho avuto modo di percepire i bosniaci più attenti alla questione Covid che a quella migratoria».

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