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“Bondeno, assalto al municipio!” incontro aperto al pubblico venerdì 17 febbraio, dalle ore 10:10, nell’Aula magna dell’Istituto di Istruzione superiore L. Einaudi

Articolo pubblicato il 15 Febbraio 2017, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


Da organizzatori

Il 18 Febbraio 1945 un centinaio di donne fece irruzione nel cuore del potere fascista per incendiare i registri dell’anagrafe: tra loro, la partigiana Lidia Bellodi, che porterà la sua testimonianza; interverranno anche Ormea Lupi (Udi) e Bracciano Lodi (Anpi).

Febbraio 1945: il nazifascismo arretra, la guerra è ormai perduta; ciononostante, la Repubblica sociale italiana continua ad arruolare e inviare i giovani sui campi di battaglia; scarseggia il cibo, la povertà dilaga; in questo clima di tregenda, le formazioni partigiane della Bassa padana non restano inattive preparando il terreno all’offensiva alleata e si susseguono le azioni di guerriglia. Ma a Bondeno accade qualcosa di più: a Bondeno si muovono le donne, partigiane e non, per dire ‘basta alla guerra’, ‘basta al macello dei nostri figli’; l’azione è concertata dalla Resistenza, ma vi partecipano anche mogli e madri coraggio estranee alla Resistenza; la mattina di domenica del 18 Febbraio 1945, con un’azione fulminea, un centinaio di donne giunte anche dai paesi limitrofi fa irruzione nel Municipio matildeo tra la sorpresa generale: l’obiettivo sono i registri dell’anagrafe, da cui i fascisti traggono i nomi dei cittadini bondenesi per la chiamata alle armi o l’avvio al lavoro coatto in Germania; i documenti vengono lanciati dalla finestra ed incendiati.

Arrivano i fascisti!, Arrivano i fascisti!”: qualcuno dà l’allarme, allora rapidamente l’azione termina, le donne si dileguano tra i vicoli, ma alcune si attardano, i fascisti sparano, ne feriscono una che riuscirà però a fuggire con l’aiuto delle compagne; sette di loro sono invece catturate, incarcerate, picchiate; verranno liberate alcuni giorni dopo: i partigiani infatti hanno catturato il Podestà fascista e si dà corso ad uno scambio degli ostaggi.

Venerdì 17 Febbraio di questi drammatici avvenimenti porterà una diretta testimonianza agli allievi dell’Istituto di istruzione superiore L. Einaudi, di Ferrara, Lidia Bellodi, classe 1925, di Ospitale di Bondeno, partigiana e tra le donne che parteciparono a quell’azione. Insieme a lei parleranno Ormea Lupi, di Scortichino, iscritta all’UDI di Bondeno, quattordicenne all’epoca di fatti ma da sempre divulgatrice dei valori della Resistenza, e Bracciano Lodi, autore del libro “Lidia Bellodi, Memorie di una donna coraggiosa” (Anpi, Bondeno, 2015) e Segretario dell’Anpi di Bondeno.

L’evento (ore 10,10-12,10) si terrà presso l’Aula magna della scuola superiore cittadina, in via Savonarola n. 32, nell’ambito del ciclo “ApertaMente” e la cittadinanza è invitata a partecipare; non possiamo dimenticare che è grazie a persone come Lidia Bellodi ed Ormea Lupi che gli italiani possono oggi vedere costituzionalmente tutelati quei principi di democrazia e libertà che ispirarono l’azione dell’antifascismo e delle donne-coraggio di Bondeno.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani