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21 Settembre 2022

Bonavox

Tempo di lettura: 2 minuti


 

Bono Vox (nome d’arte preso storpiando l’insegna di un negozio di strumenti di Dublino), al secolo Paul Hewson, misticheggiante front man del gruppo pop-rock U2, ha dichiarato in una intervista a Hollywood Reporter che prova imbarazzo e diventa rosso ascoltando le canzoni della band alla radio, e non gli piace granché nemmeno il nome del gruppo. Inoltre dichiara di essere legato a un paio di canzoni (Miss Sarajevo, Vertigo) che la maggior parte dei fan (una sterminata platea) della band considera molto meno importanti di altre “pietre miliari”.

Naturalmente, tutti a dire che Bono (61 anni) è rincoglionito. Io invece credo che non sia mai stato tanto lucido. Semplicemente, inizia a guardare da una certa distanza l’immagine che ha e la fama di cui gode. Ed è fantastico che molti fan e “giornalisti” musicali non gli perdonino di avere leso la maestà di se stesso, come se non potesse farlo, come se Bono fosse un’effigie proprietà di tutti e Paul Hewson, ovvero Bono stesso, non si potesse permettere di imbrattare l’icona sacra. Non puoi dire di te che sforzavi ridicolmente la voce per sembrare “macho”. Non puoi dissacrare te stesso. Un patetico Gino Castaldo su Repubblica arriva a dire “siamo noi a essere imbarazzati, per lui e per il modo in cui distrugge un patrimonio e si fa beffe della credulità della gente” . Ecco: è nel vocabolo “credulità” che risiede il vero disappunto di gente come Castaldo. Gli abbiamo creduto, abbiamo creduto che fosse Gesù Cristo, abbiamo costruito la nostra misera carriera vendendolo al mondo come il salvifico messia del rock e adesso lui prende per il culo se stesso (quindi noi), e lo fa sul serio. Come si permette?

Semplicemente, Paul Hewson sta invecchiando. Per sua fortuna, a differenza di altri che non hanno retto alla nomina di nuovi salvatori del mondo, e si sono ammazzati di alcol e droga ben prima della maturità. Sta invecchiando e questo gli consente di guardare il Truman Show della sua carriera di performer e di monaco laico con maggiore distacco, e di coglierne tutto il fatuo, oltre che il ridicolo.

“Penso che gli U2 remino molto verso l’imbarazzo: forse questo è il posto dove stare come artista, proprio al limite del tuo livello di imbarazzo”. 

Paul David Hewson

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Nicola Cavallini

E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it