Black Meal: workshop ispirato alle cene al buio
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da: Ri-Generazione Urbana
Sabato 2 maggio a Wunderkammer il primo incontro, per realizzare una performance partecipata
Quanto associamo il gusto alla vista? Quanto è importante l’aspetto dei cibi che mangiamo? Queste saranno le domande che guideranno lo svolgimento di Black Meal, workshop performativo curato dalla coreografa Milka Panayotova per il programma God save the Green – organizzato dall’associazione Basso Profilo.
Il primo incontro, aperto non solo a chi ha già confermato la propria partecipazione ma anche a tutte le persone che vorrebbero maggiori informazioni, si terrà sabato 2 maggio dalle 9 alle 12 presso Wunderkammer, in via Darsena 57 a Ferrara.
«Tatsumi Hikikata, uno dei fondatori della danza butoh, preferiva mangiare al buio – spiega Milka -. Per lui il cibo così diventava più buono. Vale per tutti questa esperienza? I ristoranti al buio negli ultimi anni sono diventati una moda – spiega Milka -. Rappresentano una prospettiva di lavoro per le persone non vedenti e offrono ai loro clienti un’esperienza veramente particolare, quella di apprezzare il proprio pasto solamente mangiandolo e toccandolo, nell’oscurità totale. Black Meal si muoverà a partire da queste riflessioni per realizzare una performance partecipativa».
Il workshop sarà aperto a tutti, non servono esperienze pregresse per partecipare. Comprenderà tre incontri dedicati allo studio e all’esplorazione del rapporto tra sensi e cibo – con momenti di confronto e discussione ma anche allenamento, assaggio e preparazione di ricette al buio. L’obiettivo sarà realizzare assieme una cena/performance – che si terrà sabato 23 maggio, sempre presso Wunderkammer- capace di coinvolgere il pubblico in un’esperienza unica, un viaggio degustativo e percettivo.
L’associazione Basso Profilo – impegnata da anni nel progetto Ri-generazione urbana, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e patrocinato dal Comune di Ferrara – ha deciso di dedicare le attività della primavera 2015 al tema del verde urbano, dell’agricivismo, dell’alimentazione consapevole e sostenibile, proponendo alla città il calendario di iniziative, mostre e corsi intitolato God save the Green.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani