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da: ufficio stampa Confederazione italiana agricoltori di Ferrara

Lorenzo Boldrini, rappresentante di Cia Emilia-Romagna per Anabio, commenta l’accordo tra i ministri europei per dare nuove regole a un settore in continua ascesa

Maggiori garanzie e trasparenza per i prodotti biologici importati da paesi extra- europei e l’introduzione della “Certificazione di gruppo”. Sono queste le due principali novità dell’intesa sulla proposta di regolamento in materia di agricoltura biologica raggiunta nell’ambito del Consiglio di AGRIFISH (Agriculture and Fisheries) – che riunisce i ministri competenti di Agricoltura e Pesca europei – e che sarà poi discussa in sede parlamentare. Nel dettaglio l’accordo prevede che i prodotti biologici potranno essere importati solo se conformi alle norme produttive del paese dove saranno poi commercializzati.
Non sarà dunque possibile immettere sul mercato un biologico proveniente da stati che non rispettano la normativa italiana ed europea. Inoltre, altra importante novità, sarà introdotta la “Certificazione di gruppo” uno strumento operativo che potrà favorire le aziende più piccole, magari situate in aree marginali, che hanno difficoltà nella richiesta della certificazione singola.
«L’accordo europeo – spiega Lorenzo Boldrini, rappresentante di Cia Emilia-Romagna al Consiglio di Anabio Nazionale e produttore biologico di Ferrara – rappresenta un passo avanti per l’agricoltura biologica in termini di sicurezza per i consumatori e possibilità di investimento e innovazione per le imprese. L’agricoltura biologica non è più una scelta di nicchia.
Nel corso del recente convegno di Anabio – Associazione Nazionale Biologico di Cia – a Expo 2015 sono emersi dati davvero interessanti e che parlano chiaro rispetto alla tendenza di crescita e consumo dei prodotti bio. Nel 2014 (dati SINAB) si conferma l’aumento della richiesta con un aumento di valore del 17,3% rispetto al 2013 e una crescita degli operatori del 5,4 % che, come ha sottolineato anche il Ministro Martina, sono oltre 52.000 in tutta Italia.
Il dato più interessante però – continua Boldrini – è quello della superficie investita a biologico che nel nostro paese è di oltre un milione e trecentomila ettari, aumentata rispetto al 2012 di quasi il 13%. Un risultato importante per un tipo di agricoltura che, fino a qualche anno fa, era considerata una scelta quasi controtendenza.
Come produttore biologico non posso che promuovere questa scelta produttiva che non è solo economica e reddituale ma anche culturale ed etica. Oggi è sempre più forte il bisogno di salvaguardare la l’ambiente e il mondo agricolo dovrà andare necessariamente verso scelte più eco-sostenibili.
Le aziende dovranno impegnarsi a garantire un minor impatto ambientale e adeguarsi, inoltre, a modalità di consumo e quindi di mercato in continua evoluzione. Lo sanno bene i produttori di paesi come la Svizzera o il Lussemburgo dove la richiesta e il consumo di prodotti bio è altissimo.
Questo non significa – conclude Boldrini – che il biologico sia la soluzione per il rilancio dell’agricoltura ma è sicuramente una possibilità importante, valorizzata anche dal Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 che punta molto sulla sostenibilità dell’agricoltura e la conservazione dell’ecosistema.»

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