BIBLIOTECHE CHIUSE: CHI DIFENDE GLI UTENTI?
Le preoccupazioni dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea
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Paola Zanardi, presidente Associazione Amici della Biblioteca Ariostea con il consiglio direttivo
Il 4 maggio era previsto, secondo l’ordinanza del presidente della regione Bonaccini, che le biblioteche potessero riaprire (almeno al prestito concordato attraverso appuntamento) e abbiamo atteso con speranza un qualche segno di vita, ma la narrazione amministrativa locale sosteneva che i dispositivi sanitari mancavano e non si poteva riaprire in sicurezza; abbiamo allora atteso la data del 18 maggio, quella dell’inizio ufficiale della fase due annunciata a gran voce come il ripristino della vita amministrativa, culturale, commerciale della città, nella quale è prevista la riapertura delle biblioteche.
Ancora oggi, però, nessun annuncio dal fronte delle biblioteche. Nessun comunicato né sul sito del Comune né su quello della biblioteca Ariostea sui tempi di riapertura. Che sta succedendo? Dirigenti, personale, sindacati si stanno rimpallando le colpe sui ritardi: chi rivendicando da un lato i presidi non sufficienti per una gestione corretta del servizio al pubblico, chi dall’altro accusando il ritardo delle commesse di mascherine, gel e guanti, non espletate tempestivamente dai funzionari preposti o peggio ancora non consegnate dai distributori commerciali già pagati profumatamente, o chi ancora difendendo le tutele dei lavoratori, definite nei protocolli di sicurezza sul lavoro, non dà il via libera?
Ma fra questi muri contrapposti non c’è nessuno che difenda gli utenti, le persone che delle biblioteche sono i veri fruitori. In questi mesi di chiusura forzata e di isolamento quale è stata l’attività svolta dai servizi amministrativi e quali i risultati prodotti al fine di migliorare la gestione? Dopo questa stagione di sofferenze è inevitabile chiedersi che cosa si sia fatto per migliorare la vita della gente, dentro le stanze del castello, dei musei e delle biblioteche.
