Biblioteca Ariostea, 8 giugno: presentazione nuova edizione libro dopoguerra ferrarese
Tempo di lettura: 4 minuti
da: Ufficio Stampa Faust Edizioni
Mercoledì 8 giugno 2016, ore 17,00
Biblioteca Ariostea (Sala Agnelli)
Via delle Scienze 17 – Ferrara
Mercoledì 8 giugno, alle ore 17, presso la Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea sarà presentata la nuova edizione del libro-inchiesta Il sasso che alza il cielo – La mia lunga ricerca della verità sui nonni uccisi dai partigiani della sociologa e opinionista Lara Foletti (Faust Edizioni, collana Historiando, p. 268). Il volume, uscito lo scorso agosto e già ristampato, ha raggiunto il migliaio di copie di tiratura.
Ne parlerà con l’autrice Rossano Scanavini, ricercatore storico e promotore culturale.
Sarà presente l’editore Fausto Bassini.
Come l’equiseto – una piantina umile ma potente, chiamata “il sasso che alza il cielo”, che ogni primavera rinasce nei terreni paludosi – così Lara Foletti ha lottato per anni alla ricerca della verità sul barbaro assassinio dei nonni materni. Il 29 maggio 1945 Domenico Cuffiani ed Emilia Gattia venivano prelevati da due partigiani armati, mentre lavoravano nei campi di Longastrino (Argenta), e trucidati senza pietà sulla golena del fiume Reno. Qual è il movente di una azione così illogica e arbitraria, non avendo i Cuffiani mai fatto male a nessuno?
In appendice alla nuova edizione del volume, ottanta pagine in più di soli documenti inediti di prima mano: atti di Questura e Carabinieri, sentenze giudiziarie, fotografie di sopralluoghi, agghiaccianti memoriali di persone sopravvissute a eccidi o torture per mano partigiana comunista, a Ferrara e provincia: i violenti interrogatori nella caserma del comandante Rocchi e le seguenti fucilazioni nel campo sportivo di Tresigallo; le torture orribili e i massacri spaventosi nella casa di Bassani, in via Cisterna del Follo n. 1, dove si era installato il comando della 35ª Brigata garibaldina “Bruno Rizzieri”, al comando di Gino Lambertini “il Monco”; la vera storia, sfrondata di retorica, della coppia simbolo della Resistenza, la scrittrice Renata Viganò autrice del celeberrimo L’Agnese va a morire, iscritta al fascio femminile poi «esaltata sostenitrice» del comunismo, e il marito Antonio Meluschi detto “il dottore”, «dedito al vagabondaggio e proclive a commettere truffe», già condannato appena tredicenne per furto aggravato e accusato di parecchie «male fatte» a Filo di Argenta subito dopo la Liberazione; le povere vittime di Quartesana, sepolte ancora in vita, agonizzanti; l’omicidio di Enrico Dalla Fina, ex fascista argentano fervente ma onesto e retto, «per mandato del capo partigiano “Bulow”, identificato nella persona di Arrigo Boldrini da Ravenna, attualmente deputato al parlamento, rappresentante il p.c.i.» (Carabinieri di San Nicolò, 17 luglio 1950); il furto in casa dell’avvocato e scrittore ferrarese Mario Calura (a tutt’oggi scomparso), da parte di «un altro patriota, certo Ghedini»; il gran numero di desaparecidos nella classe dirigente locale e le fosse comuni scoperte o ancora da scoprire; futuri sindaci di Ferrara al centro di gravi procedimenti giudiziari nell’immediato dopoguerra, come quello per il trafugamento del “tesoro Balbo” dalla villa Balbo-Bur in Quartesana. E, ancora, strade intitolate all’ombra del Castello estense a presunti “eroi” della Resistenza che – stando alle clamorose testimonianze e agli inconfutabili verbali scovati e pubblicati nel libro-inchiesta della Foletti – di ‘eroico’, forse, ebbero ben poco.
L’AUTRICE. Originaria di Alfonsine (Ravenna) e allieva del professor Francesco Alberoni all’Università di Trento, si laurea in Sociologia nel 1971 con una tesi in chiave socio-giuridica, tesi ripresa nel documentario di Annabella Miscuglio e Rony Daopoulo L’aggettivo donna.
Originale voce della sociologia ‘al femminile’, è co-fondatrice e redattrice del mensile Effe (1974), che suscita interesse anche all’estero. Dal 1994 collabora con rubriche fisse al mensile Minerva.
Partecipa alle trasmissioni televisive Il gatto (1989) condotta da Giuliano Ferrara su Italia 1, Una notte con Zeus (2005) condotta da Giuliana Poggi su Rai 3, La Grande Storia (2001) di Francesca Bozzano su Rai 3. Cura, per la ‘Biblioteca Gremese Larousse’ della casa editrice Gremese, l’edizione italiana del Dizionario di psicologia (1995) e del Dizionario di sociologia (1995) inserendo nuove Voci scritte dai più illustri sociologi italiani, tra i quali Sabino Acquaviva, Francesco Alberoni, Franco Ferrarotti, Alberto Izzo, Maria Immacolata Macioti, Carlo Mongardini.
Interviene su varie tematiche con articoli pubblicati nei quotidiani la Repubblica, Libero, Il Foglio.
Il suo impegno socio-culturale è stato tracciato in alcuni ritratti biografici scritti dalle giornaliste Emina Cevro Vukovic, all’interno di un libro-inchiesta del 1976 su vita quotidiana e impegno politico nella Italia di quegli anni, e Liliana Madeo nel volume Donne cattive. Cinquant’anni di vita italiana, l’identità femminile che cambia, storie esemplari di donne contro (1999). Il “Chi è?” delle donne italiane: 1945-1982 di Marina Ceratto (Mondadori, 1982) le ha dedicato una voce.
In seguito partecipa, su Rai 3, a una trasmissione condotta da Michele Mirabella per un intervento critico sul ‘68 di Trento, oppositore Mario Capanna. Per la ricorrenza dei quarant’anni del ‘68 viene intervistata dal professor Giuseppe Ghini, docente all’Università di Urbino, per una monografia sul movimento studentesco allegata al quotidiano La Voce di Romagna.
Dedicatasi all’insegnamento in una scuola di formazione della Regione Lazio dal 1974 al 1995, è stata attiva, scrivendone e partecipando a convegni anche scientifici, per l’inserimento dei giovani con disabilità psico-fisiche nel mondo del lavoro.
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